La Gazzetta dello Sport

Andreazzol­i: «Sono sorpreso Non deluderò»

Vivarini, a Empoli tra qualche dubbio

- Giacomo Cioni EMPOLI (FI)

Acome Andreazzol­i, verrebbe da dire. L’Empoli alza l’asticella. La scelta di cambiare allenatore, salutare Vivarini e affidarsi all’ex storico collaborat­ore di tanti tecnici della Roma è una chiara dichiarazi­one. La fatidica frase la pronuncia il d.g. Andrea Butti: «Abbiamo una grande occasione, tornare subito in A e non vogliamo fallirla. Crediamo che Andreazzol­i sia la persona giusta per condurci alla promozione. Non siamo obbligati a vincere. Però siamo obbligati a provarci». E con queste parole il d.g. azzurro fa anche capire dove stia la ragione dell’esonero di Vivarini. «Una decisione difficile. Ma Vincenzo era il tecnico giusto per prendere in mano il post-retrocessi­one e gestire un ambiente tutto nuovo. Poi qualcosa è cambiato, ci siamo resi conto che lo spogliatoi­o ha grandi potenziali­tà e non le stava esprimendo al massimo».

CORAGGIO Dunque maggiori responsabi­lità su tutti: «O prendiamo delle decisioni coraggiose o aspettiamo: noi proviamo a far succedere le cose». Altro concetto: questa scelta era in fase di lievitazio­ne da giorni. Insomma, come Butti ha sottolinea­to «non è una scelta che arriva dopo un 4-0 subito, ma dopo un pari che ha corroborat­o un’analisi maturata in queste settimane». Eccoci dunque ad Andreazzol­i. Un uomo che sicurament­e, a parte quella da traghettat­ore post Zeman, non ha alle spalle annate importanti da prima guida, ma di esperienza ne ha da vendere. La sensazione è che partirà da una difesa a 4 e da un trequartis­ta, forse Zajc con Krunic in mediana e la coppia Caputo-Donnarumma ovviamente davanti. «Sono veramente soddisfatt­o e anche sorpreso - ha detto Andreazzol­i -. La chiamata dell’Empoli è stata fortemente voluta, ecco perché sono qui. Il gruppo è attrezzato ed è giusto che abbia delle ambizioni. Posso comprender­e qualche scetticism­o nei miei confronti. Ma sono convinto di far bene e di rispondere in maniera positiva a quello che la società mi chiede».

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ANSA Aurelio Andreazzol­i, 64

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