La Gazzetta dello Sport

«Che bello il confronto tra i miei due tecnici Max vince gara e titolo»

- Guglielmo Longhi

L’allenatore della prima promozione in B e quello della prima promozione in A. I traguardi storici del Sassuolo. Allegri e Di Francesco. In mezzo lui, Giorgio Squinzi, da 13 anni anima e proprietar­io del club, stretto tra ricordi e rimpianti.

Stagione 2007-2008: Max non era ancora Allegri.

«Ma stava dimostrand­o di essere un grande allenatore. Devo dire che ho sbagliato a lasciarlo libero (per passare al Cagliari, ndr): con lui saremmo andati in A molto prima».

Stagione 2012-2013: Eusebio non era ancora Di Francesco.

«Faceva un calcio molto offensivo, di origini zemaniane. Poi si è, diciamo così, calmato: oggi la Roma ha la difesa più forte».

Quale idea di calcio le piaceva di più?

«Il paragone è difficile, perché uno è rimasto soltanto un anno, l’altro cinque. Ma tutti e due avevano un’idea di gioco ben definita. Allegri era bravo a gestire le situazioni, a cercare di più l’equilibrio. A un certo punto, quell’anno la squadra si stava smarrendo, lui ha saputo recuperarl­a trascinand­ola alla promozione».

Di Allegri ha detto: «Ha un bel caratterin­o».

«E confermo: non è uno che si fa mettere i piedi in testa tanto facilmente».

È vero che l’ha ringraziat­o dopo essere stato esonerato dal Milan?

«Sì, per colpa del Sassuolo che aveva vinto 4-3 (il 12 gennaio 2014, ndr). Mi ha ringraziat­o perché quella sconfitta gli ha cambiato la carriera: dopo è finito alla Juve».

Perché a Sassuolo nascono grandi allenatori?

«Mah, sarà la piazza, l’ambiente con poche pressioni, una proprietà

che c’è sempre nel momento del bisogno».

Il dopo Di Francesco si sta dimostrand­o più faticoso del previsto…

«Vero, si doveva ripartire dopo un ciclo importante. Ma resto ambizioso per il futuro».

Chi riprendere­bbe tra Allegri e Di Francesco?

«Tutte e due. Ma penso anche a Sarri e Ancelotti. L’ho detto, sono ambizioso».

Chi vince allo Stadium?

«La Juve ha qualcosa in più. Può riconquist­are lo scudetto».

È vero che non si è lasciato molto bene con Di Francesco?

«No, siamo in ottimi rapporti».

E con Allegri?

«Uguale, ci telefoniam­o ogni due mesi circa. È piacevole dialogare con lui».

Nel gennaio 2014 esonera Di Francesco, poi lo richiama dopo le 5 sconfitte di fila di Malesani.

«È servita come esperienza. In quel momento bisognava continuare con un allenatore di esperienza, che conosceva bene la squadra. Poi abbiamo fatto una campagna acquisti importante e le cose si sono sistemate».

Le piace Di Francesco junior?

«Certo, ha grinta e tecnica. L’anno scorso lo avrei voluto al Sassuolo, ma il papà mi ha fatto capire che non era il caso, non voleva un conflitto d’interessi».

E imparare a battere i rigori? Ne avete sciupati 5 su 7.

«Sta diventando una barzellett­a. E comunque finché la regola funziona: si sbaglia il rigore, si vince la partita…».

Aspetta sempre il vero Berardi?

«Sì, deve ritrovare la tranquilli­tà, l’anno scorso è stato frenato da un brutto infortunio».

Il suo Milan?

«Ancora tutto da capire. Di questi cinesi sappiamo poco».

Al Mapei Stadium arriva l’Inter.

«Mi piace sempre l’idea di batterla».

In ufficio ha ancora la targa con scritto “Inter-Sassuolo 0-1, 10 gennaio 2016”?

«Certo: una data da ricordare».

LO SENTO OGNI DUE MESI, MI RINGRAZIÒ PER L’ESONERO... SQUINZI SUL RAPPORTO CON ALLEGRI

PRIMA ERA ZEMANIANO, ADESSO SI È UN PO’ CALMATO SQUINZI SUL CALCIO DI DI FRANCESCO

Li ha lanciati in panchina: «Ho ottimi rapporti con entrambi. Allegri ha un bel caratterin­o, sbagliai a liberarlo»

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