La Gazzetta dello Sport

Profeti in patria È la missione per Milinkovic e per la Lazio

Inzaghi non vince da 2 mesi, il serbo quest’anno segna soltanto fuori casa

- Stefano Cieri ROMA

Lotito vorrebbe abbandonar­lo («spero sia data anche noi la stessa opportunit­à concessa alla Roma di avere uno stadio di proprietà»), ma intanto la sua Lazio deve riconquist­are l’Olimpico. Un imperativo che riguarda pure il biancocele­ste di cui si parla di più, Sergej Milinkovic. La squadra di Inzaghi, in campionato, non vince in casa da due mesi (3-0 al Cagliari il 22 ottobre). Il serbo, invece, non segna nel suo stadio dalla scorsa stagione, i 7 gol realizzati finora (5 in A, 2 in Europa League) sono arrivati tutti in trasferta.

RIPARTIRE «Dobbiamo tornare a vincere in casa perché in campionato è troppo che non lo facciamo – ammette Simone Inzaghi –. Abbiamo una buona opportunit­à. Però occhio al Crotone, è una squadra in salute ed è guidata da un allenatore, Zenga, che stimo molto perché porta idee nuove nel calcio». Qualcosa di nuovo ci sarà anche nella Lazio. Il tecnico proverà infatti ad interrompe­re il digiuno di vittorie interne con un modulo diverso, il 3-42-1, e con forze fresche (dentro Wallace, Patric, Murgia e Lukaku, a riposo Radu, Bastos, Leiva e Lulic). Scelta dettata anche dalla necessità di fare turn over in vista del match di Coppa Italia del 26 con la Fiorentina. BOMBER DA VIAGGIO Tra le novità ci sarà pure un Milinkovic trequartis­ta anziché interno di centrocamp­o. Giocando più vicino alla porta il serbo avrà maggiori opportunit­à di realizzare il primo gol stagionale all’Olimpico (tre giorni dopo l’impresa del fratello-portiere, capace di eliminare la Roma col Toro). L’ultima rete di Sergej nello stadio amico è dello scorso 4 aprile (derby di ritorno di Coppa Italia). L’ultimo gol segnato a Roma in campionato è invece vecchio di quasi un anno (15 gennaio con l’Atalanta). Ma Milinkovic è fatto così. A lui piace segnare in trasferta. Delle 17 reti realizzate in due anni e mezzo di Lazio solo 5 sono state fatte all'Olimpico, e una di queste in una partita che da calendario era fuori casa (il già citato derby di ritorno di Coppa Italia). «È un giocatore che abbina qualità e quantità – dice di lui Inzaghi –. Ha solo 22 anni e può crescere ancora. Normale che ci siano molte squadre che lo seguono, ma lui è strafelice di essere alla Lazio».

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