MALAGÒ, ADESSO BATTI UN COLPO
Con l’approvazione della legge sui mandati in extremis, ma senza trucchi e senza inganni, così da fugare anche l’ipotesi (concreta) di uno scherzetto di quel birichino del ministro Lotti, cui piacerebbe tanto una Bebe Vio presidente del Coni, si è conclusa in gloria la settimana prenatalizia di Giovanni Malagò. Magica, secondo consolidata tradizione, tanto più se stasera a Torino la Roma facesse la grazia al numero uno dello sport italiano di un risultato positivo. Ora che tutto va bene e il vento gonfia le vele della navicella Coni, il cui nocchiero ha finalmente in tasca il pass fino al 2025 e può stare sereno, sembra arrivato il momento del colpo d’ala, di quel fare capace poi di lasciare un’impronta. Materia nella quale per adesso Malagò non ha mostrato, tra i tanti suoi pregi, di eccellere. Col calcio in stand-by e le aggregazioni tra federazioni e discipline associate in lento cammino, con la speranza, remota, che si arrivi anche a quelle tra federazione e federazione, un vecchio-nuovo fronte è stato ri-sollevato dal presidente del basket ed ex numero uno del Coni Petrucci, che per una volta in Consiglio Nazionale non si è limitato alla sviolinata nei confronti del suo successore. L’eccessivo numero di stranieri. Nel basket, che ha soltanto 5 uomini in campo, arrivato a livelli addirittura mostruosi. «È un tuo diritto dovere intervenire, è un impegno che hai preso e che ora devi rispettare» ha detto, ma con garbo, martedì pomeriggio Petrucci a Malagò. «Hai la mia parola d’onore» ha replicato quello, e, visto che ci si trovava ed era stato bravo a non pronunciare la parola «calcio» per un’ora e un quarto, lo ha fatto e questa volta a ragion veduta introducendo nella replica anche il problema demografico: «Copiate la Germania, ci dicono i politici. Ma li avete visti i giocatori della Germania?».
Il tema era così interessante che la cosa è poi fatalmente morta lì, in un martedì che dai Collari al Consiglio Nazionale alla Messa degli sportivi alla festa dell’Aniene è stato senza respiro. Ma sarebbe peccato mortale non riprenderlo, coi fatti prima ancora che con le parole. Sappiamo bene che poco, anzi niente, si può fare sull’utilizzo di giocatori comunitari, ma sugli extra, volendo, c’è spazio per qualsiasi cosa. La crisi delle Nazionali, della pallacanestro e ora anche (e soprattutto) del calcio, lo pretende. Per Malagò, un’occasione irripetibile di tornare al centro dei giochi.
Sempre a proposito della legge appena approvata: il 24 gennaio ci sono le elezioni del comitato paralimpico. Luca Pancalli, in carica dal 2000, si candida per l’ultimo mandato o, visto che il Cip è appena uscito dal Coni, non è cosa che lo riguardi?