Caso Schwazer, Malagò «allibito»
Il no del laboratorio all’invio delle provette «Inaccettabile l’allungamento dei tempi»
Ognuno ha la sua idea sul caso di Alex Schwazer. In questi 17 mesi che ci separano dall’ufficializzazione della positività del marciatore olimpionico, l’Italia e l’atletica si sono divise fra dubbi e certezze, fra innocentisti e colpevolisti. Ma gli sviluppi della vicenda ora superano persino queste divisioni, c’è qualcosa che davvero non si riesce a capire al di là delle opinioni che si possono avere sul famoso controllo del primo gennaio 2016. Tanto che l’ultimo colpo di scena, con il rifiuto del laboratorio di Colonia di consegnare le provette per effettuare l’esame del Dna in Italia, smentendo una decisione di un tribunale ordinario tedesco, ha provocato anche la reazione di Giovanni Malagò. Ieri, il presidente del Coni ha usato parole molto dirette per commentare la vicenda: «È inaccettabile, fa rimanere allibiti».
«ALLIBITO» La Corte d’Appello di Colonia aveva dato il via libera, stabilendo persino i quantitativi di urina dei due campioni da trasportare in Italia, presso il Ris di Parma. Il tutto al termine di un ping pong con la Iaaf, che si era opposta allo spostamento di parte delle provette in Italia. Ora, però, il laboratorio Wada di Colonia, dove fu scoperta la positività di Schwazer, non dà corso alle indicazioni del giudice: «Ogni tanto ci lamentiamo - ha detto ancora ancora Malagò - per come funziona la giustizia ordinaria in Italia, ma si rimane allibiti nel leggere di questo ulteriore rimbalzo con tempistiche che si allungano, di fronte a una richiesta del Tribunale di Bolzano già accolta dai giudici tedeschi. È inaccettabile». È probabile che ora i giudici italiani scrivano nuovamente a quelli tedeschi. il ping pong continua...