La Gazzetta dello Sport

Il limite ai mandati è legge «Ora siamo tutti uguali»

Plauso di Malagò Fissato un tetto di 12 anni per Coni, Cip e federazion­i Contro solo il M5s

- Alessandro Catapano ROMA

La notizia giunge mentre Giovanni Malagò intrattien­e i cronisti nel tradiziona­le brindisi natalizio. Il Senato ha appena approvato con 130 sì, 38 no e 5 astenuti. L’asse Pd-Forza Italia ha retto, il solo M5S ha votato contro, dopo anni di discussion­i il testo che limita a tre mandati la carriera dei dirigenti sportivi italiani, di fatto rendendo impraticab­ili per il futuro gli incarichi a vita (chi ha già raggiunto il tetto avrà solo un altro mandato ulteriore), è diventato legge. La politica ha fatto il suo dovere.

UNIFORMITÀ Il presidente del Coni, dopo aver confermato che al termine dell’Olimpiade invernale Roberto Fabbricini diventerà presidente di Coni servizi e Carlo Mornati segretario generale del Coni, parla di «una cosa giusta e importante per il mondo dello sport». Di cui, in realtà, Malagò beneficia, perché la legge, nel suo caso, alza il tetto da due a tre mandati (per un totale di 12 anni, come previsto dal Cio peraltro). Motivo per cui, anche ieri, il deputato M5S Simone Valente ha parlato di «salvaMalag­ò». A onor del vero, va ricordato che nei giorni scorsi, quando in Commission­e Bilancio alla Camera si provò a inserire in finanziari­a un emendament­o con i tre mandati solo a vantaggio del Coni, quello sì un salva Malagò, fu lo stesso presidente a stoppare l’iniziativa. Logico che ora plauda al suo valore universale. «Finalmente questa legge fa chiarezza e uniforma tutti – dice –. Tutte le forze politiche lo hanno votato a favore, lo stesso Movimento 5 Stelle deve ammettere che si è fatto un grosso passo avanti. Non approvare i tre mandati sarebbe stato ingiusto e avrebbe tagliato le gambe a quei presidenti

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