Piccioni-gol, impresa di Cavasin Il Pordenone è rimasto a S. Siro
PORDENONE «Non abbiamo rubato». Alberto Cavasin ha ragione, il Santarcangelo ha violato il Bottecchia facendo semplicemente il suo dovere. Contropiede made in Italy, difesa a doppia linea impenetrabile e un numero ragionevole di ripartenze. E il Pordenone è crollato sotto il peso dei suoi demeriti. Ha deciso il sesto gol in campionato di Gianmarco Piccioni, elettrico al punto giusto per approfittare dello sciagurato tocco di Bassoli e battere Perilli con il piatto destro. Gli eroi di San Siro, già barcollanti a Meda, stavolta si sono smarriti. Magnaghi, Misuraca, Ciurria, persino Berrettoni: tutte brutte copie dei giocatori celebrati a Milano. E ora la scalata si fa quasi improponibile. La seconda sconfitta consecutiva, arrivata contro l’ex ultima in classifica, a Pordenone impone una riflessione.
SANTARCANGELO OK Cavasin, invece, ha già messo il suo marchio sul Santarcangelo: ha conquistato sei punti su nove e ora può pensare anche alla salvezza diretta. I romagnoli non vincevano in trasferta dalla seconda giornata di andata (2-1 a Gubbio) e per la seconda volta nella stagione hanno mantenuto la porta inviolata. Colucci aspetta il rientro di Gerardi per curare l’anemia del Pordenone in zona offensiva. Tre tiri in porta contro una squadra che prima della partita aveva segnato solo 16 volte sono troppo pochi. L’unico brivido l’ha regalato Maza, che allo scadere ha fatto tremare la traversa su punizione. «Pensare al primo posto – ha ammesso Colucci – oggi è impensabile. Dopo la gara di San Siro forse ho sbagliato qualcosa. Ora torniamo sulla terra».