La Gazzetta dello Sport

Piccioni-gol, impresa di Cavasin Il Pordenone è rimasto a S. Siro

- Marco Agrusti

PORDENONE «Non abbiamo rubato». Alberto Cavasin ha ragione, il Santarcang­elo ha violato il Bottecchia facendo sempliceme­nte il suo dovere. Contropied­e made in Italy, difesa a doppia linea impenetrab­ile e un numero ragionevol­e di ripartenze. E il Pordenone è crollato sotto il peso dei suoi demeriti. Ha deciso il sesto gol in campionato di Gianmarco Piccioni, elettrico al punto giusto per approfitta­re dello sciagurato tocco di Bassoli e battere Perilli con il piatto destro. Gli eroi di San Siro, già barcollant­i a Meda, stavolta si sono smarriti. Magnaghi, Misuraca, Ciurria, persino Berrettoni: tutte brutte copie dei giocatori celebrati a Milano. E ora la scalata si fa quasi improponib­ile. La seconda sconfitta consecutiv­a, arrivata contro l’ex ultima in classifica, a Pordenone impone una riflession­e.

SANTARCANG­ELO OK Cavasin, invece, ha già messo il suo marchio sul Santarcang­elo: ha conquistat­o sei punti su nove e ora può pensare anche alla salvezza diretta. I romagnoli non vincevano in trasferta dalla seconda giornata di andata (2-1 a Gubbio) e per la seconda volta nella stagione hanno mantenuto la porta inviolata. Colucci aspetta il rientro di Gerardi per curare l’anemia del Pordenone in zona offensiva. Tre tiri in porta contro una squadra che prima della partita aveva segnato solo 16 volte sono troppo pochi. L’unico brivido l’ha regalato Maza, che allo scadere ha fatto tremare la traversa su punizione. «Pensare al primo posto – ha ammesso Colucci – oggi è impensabil­e. Dopo la gara di San Siro forse ho sbagliato qualcosa. Ora torniamo sulla terra».

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LAPRESSE Gianmarco Piccioni, 26

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