La Gazzetta dello Sport

E che thriller in campo, da Turone a Ravanelli

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Si è fatto del gran cinema pure in campo, tra tradimenti, patimenti, passioni e polemiche ardenti. Tra cani dai denti aguzzi e regali non proprio graditi. Già a partire dalla manita che ispirò la creatività di Bonnard: le cronache di quel Roma-Juve del marzo 1931 raccontano di un incasso record di 257 mila lire, di tribune di legno piene al punto da far temere un crollo. Per i gialloross­i, quasi una «vendetta» dello sgambetto dell’anno prima: 2-3 Juve, prima caduta della Roma nel suo fortino. Dopo il 5-0 subito, la controrepl­ica poderosa dei bianconeri datata 1932: 7-1, umiliazion­e più grossa di sempre ai rivali.

VAI A CAPIRE «C’eravamo tanto odiati» potrebbe chiamarsi questa pellicola in sala da meno di un secolo. A volte ha le forme del thriller, altre della commedia tendente al tragico. Di certo, su questi schermi succede tutto e il contrario di tutto: nell’ultimo turno del 1973, ad esempio, la Roma apparecchi­a l’insperato scudetto juventino, grazie alla «fatal» Verona del Milan. Il bolide di Cuccureddu ai gialloross­i regala ancora una strana euforia ai tifosi bianconeri. I rivali, invece, hanno fermato le lancette otto anni dopo: 10 maggio 1981, l’episodio ormai è una categoria del pensiero. Cross di Conti, testa di Pruzzo, tuffo di Maurizio Turone: ecco servito il nongol più famoso della A. L’arbitro Bergamo assegna il gol, poi guarda l’assistente con la bandiera alzata. Questione di centimetri, mai chiarita del tutto: quella sera la moviola dice che il difensore è in gioco, ma Carlo Sassi anni dopo parla di immagini truccate. Vai a capire.

QUANTA BENZINA Più che l’onda lunga delle polemiche, meglio ricordare le nobili schermagli­e tra presidenti-gentiluomi­ni. Boniperti che regala divertito un righello d’oro al collega, Viola che lo restituisc­e con biglietto salace: «Serve ai geometri come te, non agli ingegneri come me». Un cane gialloross­o, sfuggito al suo padrone-poliziotto, si vendicherà due anni dopo: all’Olimpico addenta la gamba del povero Sergio Brio, che aveva deciso la partita. Nuove scintille, poi, nel 1995: il guardaline­e sfiora Aldair, mentre batte una rimessa laterale (con i guanti) e spalanca la porta a Ravanelli. Ma, nei fatti, i gialloross­i vinceranno lo scudetto del 2001 con una rimonta al Delle Alpi: decidono Nakata, Montella e un Van der Saar non nella serata migliore. Nel 2004, invece, Totti e Cassano raggiungon­o altissime vette di ispirazion­e: la mimica del Pupone, quel «4-0 e tutti a casa», resta un geniale tocco da guascone. Ma è pure benzina sul fuoco per nuove polemiche, moltiplica­te dal salto triplo di Capello. Gesto da cinema anche quello, come il violino di Garcia a due passi da Allegri. O come il gol da ex di Osvaldo che avvicina la Juve di Conte ai 102 punti, impresa-record che pareva possibile solo al cinema.

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G 1 Il gol annullato a Turone nel 1981 ANSA G 2 La gioia della Juve 1973 AP G 3 Lo sfottò di Totti nel 2004G 4 Il violino di Garcia nel 2014 SKY
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