La Gazzetta dello Sport

GENIO MESSI IL BARCELLONA SBANCA MADRID E VEDE LA LIGA

- di STEFANO CANTALUPI email: scantalupi@rcs.it twitter: @scantalupi

Leo gol e assist: il Clasico è suo Zidane: la peggior disfatta

Scansatevi, c’è il Clàsico. Non una prima visione, ma sempre un kolossal talmente inavvicina­bile da indurre i concorrent­i a rinunciare alla contro-programmaz­ione: all’ora di pranzo la Serie A ieri proponeva Lazio-Crotone, la Premier League uno 0-0 del Chelsea, Bundesliga e Ligue 1 il letargo invernale. Un po’ come quando, sul finire del Novecento, c’era Sanremo su RaiUno e le altre emittenti lasciavano proprio perdere, mandando in onda filmetti senza pretese. D’altronde, se trovate un’altra partita in cui il mediano fa quello che ha fatto Sergi Busquets per avviare l’1-0 del Barça, o in cui un penta-Pallone d’oro confeziona un assist senza scarpa destra, chiamateci e fatecelo sapere. Oggi in Italia esiste qualche television­e in più, come nel mondo: 182 Paesi collegati col Bernabeu, 650 milioni di spettatori, stando alle stime. Quando CR7 ha mancato il gol del vantaggio, in India erano le 18.11; alla parata da rosso di Carvajal l’orologio cinese segnava le 21.18; i giapponesi hanno fatto l’inchino all’uscita dal campo di Iniesta alle 22.32. «Partidazo» troppo mattiniero per gli americani ma comodissim­o per l’Asia, perché è lì che la Liga sta sfondando sugli introiti da diritti tv, con una crescita di poco inferiore ai 400 milioni complessiv­i nell’ultima stagione. Ecco perché le 13, orario che in sei anni dall’introduzio­ne è stato appannaggi­o soprattutt­o di Espanyol, Rayo e Siviglia, è diventato l’ora del Clasico de Navidad (o Nadal, visto che l'hanno spuntata i catalani).

Joris Evers, capo delle comunicazi­oni globali della Liga, ha parlato di «evento mondiale», zittendo i puristi. E in effetti, questa ormai è diventata la partita di tutti, non solo perché a giocarla sono i vincitori delle ultime 4 Champions. Si va oltre la sfida infinita RonaldoMes­si, si supera anche l’attrazione per l’una o l’altra filosofia calcistica. E’ solo voglia di vedere qualcosa di bello e impossibil­e, perché eseguito con un mix di velocità e tecnica proibito agli altri. E’ solo voglia di vedere cosa s’inventeran­no, questi eterni duellanti, per superarsi di volta in volta. Per portare il Real Madrid oltre l'incubo del tiqui-taca guardiolia­no c'è voluto Zidane col suo Modric-Casemiro-Kroos, col suo Isco più di Bale, col suo Asensio invece di Morata. Per ridare slancio a un Barça scottato dal ratto di Neymar c'è voluto il pragmatism­o di Valverde, che ha chiuso i boccaporti in difesa (7 gol incassati in 17 turni di campionato) e ha indovinato acquisti come Paulinho, su cui molti storcevano il naso. Sorpassi e controsorp­assi, sempre, curva dopo curva. Prossima puntata a inizio maggio, salvo incroci nelle coppe. A pranzo o a cena, chissà. Ma che importa, in fondo.

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