LUCE RAMIREZ: LA PUNIZIONE ALLA RECOBA È UNA PERLA
IL SINISTRO DELL’URUGUAIANO DELLA SAMPDORIA A NAPOLI È UNA STELLA CADENTE. VERDI SFIORA IL GOL DELL’ANNO, POLITANO VIAGGIA «COAST TO COAST»
Quel ruolo lì, dalle sue parti e generalmente in tutta l’America Latina di lingua spagnola, ha un nome preciso: «enganche». Che è affine al trequartista ma è qualcosa in più, è il legame tra centrocampo e attacco. Quel ruolo lì, non tutte le squadre e gli allenatori lo contemplano. Marco Giampaolo è uno di questi. L’enganche, anzi, è un giocatore fondamentale del suo gioco corto e rapido. E forse sarà anche per questo che in estate Gaston Ramirez ha deciso di lasciare l’Inghilterra, e un calcio frenetico poco adatto alle sue caratteristiche riflessive, per tornare in Italia dopo cinque stagioni Oltremanica. In Serie A, ha ritrovato in fretta la titolarità - è già a 14 partite cominciate dall’inizio - e quel friccicore nel piede sinistro che a Bologna ancora se lo ricordano. E proprio con quel piede, misto di potenza e tecnica proprio di chi vuole giocare nel suo ruolo, Gaston ha trovato la perla della giornata, il miglior gesto tecnico del campionato.
COME IL CHINO Il quasi omonimo e connazionale di Gaston Ramirez Pereyra, cioè Gaston Pereiro, attaccante del PSV, ha il volto di Alvaro Recoba tatuato sull’avambraccio destro. Il Gastone di Genova, invece, ce l’ha stampato in testa. O al massimo nel mancino. È con quello che ha disegnato il gol del momentaneo 1-0 al San Paolo, sabato pomeriggio. Una punizione che renderebbe orgoglioso il Chino più famoso d’Uruguay. Quello di Ramirez è un vero e proprio gancio: calcia il pallone da una trentina di metri, quasi da «kicker» di football americano, dal basso verso l’alto ma imprimendo una traiettoria a scendere. Guardate il viaggio verso la porta della cometa uruguayana: la palla ascende fino allo zenit e poi improvvisamente precipita, verso l’incrocio, mentre Reina osserva impotente la parabola della stella cadente. La perla arriva da fermo, ed è un merito doppio, perché pescata in una partita che in movimento è stata spettacolare come poche in questo campionato. Giampaolo se l’è giocata da «erede» di Sarri: il quale, dal canto suo, avrà apprezzato la giocata Mertens-Insigne per il gol del 2-2, con il belga che fa capire cosa significhi abbreviare i tempi di gioco, con lo stop e assist senza che il pallone tocchi per terra, unico modo per accelerare la giocata in direzione dello smarcamento di Insigne.
AMBIDESTRO Se ci sono zero dubbi su quale sia il piede preferito di Gaston Ramirez, non è per niente facile capire l’arto di elezione di Simone Verdi. Lui su punizione è stato capace di segnare con destro e sinistro nella stessa partita, e questa capacità non si limita a quando il pallone è fermo. La prova - l’ennesima, a dire il vero - è nella strepitosa giocata esibita al Bentegodi contro il Chievo, che più di molte altre si addice al nostro concetto di «perla rosa». Su un lancio di Nagy in area, il 9 del Bologna arriva con il mancino e finta il tiro sull’uscita di Sorrentino, invece sempre con lo stesso piede controlla a uscire, vicinissimo alla riga di fondo: poi si avvita e con il destro disegna un pallonetto a giro che scavalca il portiere, e solo l’intervento di Gamberini sulla linea gli nega quello che sarebbe stato probabilmente il gol più bello della stagione. Giocata comunque da secondo posto.
Il terzo invece va a Matteo Politano. Senza scomodare capisaldi del calcio moderno come Maradona con l’Inghilterra, Bruno Conti con la Germania, Nicola Berti con il Bayern o Weah contro il Verona, il «coast to coast» dell’ala del Sassuolo resta un’azione poderosa e insolita. Politano parte dalla propria area, percorre palla al piede 96 metri, si lascia dietro Brozovic poi sterza e risterza per disorientare il difensore e recapita per l’appuntamento con il bacio di Falcinelli. Inter stesa, Sassuolo in festa, Politano sul podio.