Padoin parla da leader «Cagliari non deprimerti»
L’esterno, sempre presente, sprona i suoi: «Con la Fiorentina è mancato lo spirito di sacrificio. Ora torniamo quelli di Bologna»
Eora tocca a lui. Simone Padoin ha capito che deve prendersi sulle spalle il Cagliari in difficoltà. Il malato va curato, ma soprattutto assistito. E serve la testa dell’uomo di maggior esperienza, di quello che, all’interno dello spogliatoio, tutti ascoltano perché il «talismano», come lo chiamavano i tifosi della Juventus, ha cervello, carisma, curriculum. Il primo anno è entrato in punta di piedi. Ora Padoin, 33 anni, è l’anima del Cagliari. Lo dimostrano le 18 partite su 18 fin qui giocate con 1503 minuti all’attivo. Con Rastelli prima e con Lopez poi, Simone è sempre stato ritenuto indispensabile. E poco importa che venerdì scorso abbia sofferto fin troppo le accelerazioni di Chiesa («E’ vero, è un gran giocatore»). Adesso serve solo ricompattarsi perché il Cagliari comincia ad aver paura. CRISI La squadra di Diego Lopez sente che la situazione si è fatta pesante. Che è successo? «Contro la Fiorentina abbiamo perso le caratteristiche che ci devono contraddistinguere: atteggiamento, determinazione, voglia di sacrificarsi. Peccato perché fin lì avevamo fatto bene. Serve soltanto tenere la testa bassa e pedalare. Sperando che la brutta prova di venerdì sia stata solo un fatto isolato. Il gruppo è consapevole». Un gruppo in cui Padoin sta diventando il leader: «Lo sto facendo, ma l’importante è non deprimersi. Lopez è bravo e ha lavorato con grande impegno». Sbagliando la scelta di Cossu regista al posto di Cigarini squalificato. «Lo aveva provato per tutta la settimana e tutto faceva pensare che Andrea avrebbe svolto benissimo il ruolo. Era giusto così. Certo, Cigarini è fondamentale. E contro l’Atalanta tornerà con noi». In un ruolo che anche Simone ha provato a fare all’Atalanta, uno dei tanti ruoli. «Sì, ho provato pure lì».
ATALANTA Domenica (senza Joao Pedro squalificato e col terzo metacarpo della mano sinistra rotto) il Cagliari va a Bergamo dove Padoin è stato (come dappertutto) un idolo: «Ho trascorso anni bellissimi Loro sono fortissimi e Gasperini ha fatto davvero un gran lavoro. Ma noi proveremo a tornare quelli che hanno fatto bene con Bologna e Roma».
MERCATO Intanto la società comincia a guardare il mercato. Lopez ha chiesto un difensore centrale mancino che parli italiano. Il nome che gira è quello di Luca Caldirola, scuola Inter, ora al Werder Brema dove gioca poco. Ma servono altri rinforzi, pure a centrocampo, anche se il tecnico stima tanto Deiola. In partenza per ora i più sacrificati: i difensori Miangue (all’estero?) e Capuano, e in attacco uno tra Melchiorri e Giannetti.