La Gazzetta dello Sport

DUE SQUADRE ALLA RICERCA DI SE STESSE

- ALESSANDRA BOCCI

Il gala delle etoile non c’è più. C’è sempre spettacolo alla Scala, ma è tutto rientrato nei ranghi della normalità, di quella routine borghese che ha fatto grande Milano. Non si può dire lo stesso di San Siro, denominato a suo tempo la Scala del calcio e costretto negli ultimi anni a guardarsi troppo spesso allo specchio. Quel che vede riflesso non è molto: pareva grandiosa la rinascita dell’Inter sotto le mani del maestro Spalletti, e adesso dopo alcuni risultati deludenti qualche tifoso malinconic­o già percepisce il sinistro scricchiol­are del gennaio manciniano. Quanto al Milan, che dire? Sprofondo rossonero è un’espression­e coniugata in tutti i modi. A differenza dell’Inter, il Milan non ha neppure goduto di un germogliar­e di speranze, l’unico flash è stato il mercato e su questo è meglio calare un velo pietoso. Dunque, ecco Milan-Inter di Coppa Italia sul finire dell’anno: una partita per allontanar­e le streghe (il riferiment­o al Benevento è puramente casuale), una partita che vuol dire tanto per il Milan e abbastanza per l’Inter.

Partiamo da Rino Gattuso, capitano grintoso di una banda un po’ stonata. La Coppa Italia, per quanto difficilis­sima da conquistar­e visto che la prossima avversaria della milanese vincente sarà la Lazio, resta l’ultima fermata di un percorso travagliat­o. Attardato in campionato, ancora dentro una Europa League ricca a questo punto di rivali in palla e piene di energia, il Milan può risollevar­si in Coppa Italia battendo i vicini di casa e sperando poi di procedere con il cuore un po’ più leggero e le gambe vive. Quanto a Spalletti, l’architetto di un’Inter che sembrava ed è ancora da un punto di vista aritmetico candidata allo scudetto ha soltanto bisogno di un risultato significat­ivo per ripartire di slancio. Annichilit­a dal pareggio dello Juventus Stadium, comunque ottimo per la classifica, l’Inter si è persa: ha toccato il fuoco e come accade nel mito si è scottata. Il vaso di Pandora si è aperto lì, con quel pareggio, quel che poteva essere e non è stato.

Ma è tempo di ripartire, per l’Inter ancora nelle zone alte della Serie A e per il Milan tartassato di queste stagioni sbagliate. Milano non è più terra di stelle eppure è sempre la città italiana con più coppe internazio­nali in bacheca, una città capace di rinnovarsi sempre: ricordare nel calcio è un esercizio inutile che a volte calma molto i nervi. La città borghese riparta da se stessa, dalle sue bellezze in parte nascoste. A Milano un derby è sempre stato un derby, non la partita che vale tutto: ripetersel­o potrà servire a giocarlo meglio, con la testa lucida e i piedi pronti al colpo vincente.

 ??  ?? di ALESSANDRA BOCCI
di ALESSANDRA BOCCI

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy