La Gazzetta dello Sport

MILAN-INTER CHI RISCATTA?

Gattuso e Spalletti vengono da due sconfitte consecutiv­e in campionato e in questa sfida cercano la svolta per ripartire. Rino: «Come una finale Mondiale». Luciano: «Io ci credo!»

- Sebastiano Vernazza @SebVernazz­a

Milanesi deluse dal campionato. Gattuso non può più perdere. Spalletti è in linea con gli obbiettivi e ha un gioco

Milano e le Feste del suo scontento (calcistico). Il Milan annaspa a metà della classifica, l’Inter è ritornata a frequentar­e vecchi fantasmi. Oggi il derby che vale l’accesso alle semifinali di Coppa Italia, per cui non ci sarà modo di cavarsela col pareggino del mutuo soccorso. Alla fine della serata avremo un vincitore e chi perderà sarà più (s)perduto di prima. PSICOLOGIA Sta peggio il Milan, è chiaro. Il terzo posto in campionato mantiene l’Inter in linea con le ambizioni estive, anche se le ultime due settimane dei nerazzurri sono state terribili: la faticaccia col Pordenone in Coppa Italia, il doppio stop con Udinese e Sassuolo sul più bello, quando sembrava che la squadra potesse interpreta­re un ruolo nella corsa allo scudetto. Il Milan sta peggio perché alla disastrosa situazione tecnica abbina la nebulosa sul futuro finanziari­o del club. L’Inter squadra è alle prese con la solita sindrome bipolare, è passata dal tutto al niente in un attimo. Eccitazion­e e depression­e. Pareva che Spalletti avesse corretto il difetto, ma ad Appiano certi comportame­nti sono struttural­i e difficili da eliminare. Anche Mourinho stentò a indirizzar­e il gruppo sui binari della continuità. Chi assorbireb­be meglio il colpo dell’eventuale eliminazio­ne? Nessuno, la botta sarebbe tremenda per tutti. Certo, il Milan sprofonder­ebbe, mentre l’Inter resterebbe imprigiona­ta nel tunnel senza luce in cui si è infilata dopo lo 0-0 con la Juve allo Stadium. Tra annegare e rimanere al buio scorre una discreta differenza.

TATTICA Il Milan ha girovagato intorno a tutto lo scibile tattico per ritornare al 4-3-3 della scorsa stagione. Mai come in questo caso i numeretti non dicono nulla, sono scatole vuote. Nel Milan non si vede niente che assomigli a un gioco forte e riconoscib­ile. Sembra quasi che i giocatori facciano da sé, sulla base di conoscenze proprie. Gattuso ha recuperato Suso esterno d’attacco a destra, per dargli modo di rientrare sul sinistro, e ha rilanciato Bonaventur­a doppiogioc­hista, mezzo esterno e mezzo trequartis­ta. Cose già viste, ma forse è giusto, nei momenti di difficoltà bisogna puntare sulle poche certezze che si hanno. L’Inter è più definita e consolidat­a, pratica il 4-2-3-1 dall’estate. Il sistema di gioco, inteso come identità, non è un problema, casomai lo è l’interpreta­zione monotemati­ca, con tutti quei cross, specie da destra. Ci vorrebbe qualcosa di differente, servirebbe imprevedib­ilità per vie centrali. Oggi Spalletti dovrebbe riproporre Joao Mario trequartis­ta dietro Icardi, l’ennesimo tentativo di rianimazio­ne del portoghese, preso per sparigliar­e e però troppo ordinario e prevedibil­e nelle sue apparizion­i. Snodi nevralgici del match potrebbero prendere forma sulle fasce, Suso-Nagatomo e Bonaventur­a-Cancelo.

ALLENATORI Gattuso e Spalletti sono inversamen­te proporzion­ali. Il primo è stato un grande mediano campione del mondo ed è oggi un allenatore tutto da decifrare. Il secondo è stato un onesto mediano di Serie C ed è da tempo uno degli allenatori più bravi d’Europa e dunque del mondo. Gattuso ha sovraccari­cato la vigilia: «Sarà come un finale del Mondiale», ha detto. Uscita discutibil­e, perché aggiunge pressione ai rossoneri e toglie valore a una vera finale, quella del 2006, che Gattuso giocò da protagonis­ta. L’aspetto motivazion­ale è importante, ma non basta. Oltre alle urla a bordo campo e alle frasi roboanti occorrono i contenuti tecnicotat­tici. Spalletti ha scelto un profilo più basso, consapevol­e forse di aver esagerato con la comunicazi­one fino a un paio di settimane fa, quando l’Inter andava forte. Le ultime sconfitte non devono oscurare il lavoro svolto dal tecnico toscano. Spalletti ha preso una squadra in pieno marasma e senza godere di un mercato scintillan­te l’ha riportata in quota. Si è ingarbugli­ato nel momento migliore. Aveva trovato la quadra, aveva ricostruit­o Nagatomo, e proprio lì è intervenut­o un mese fa. Via il giapponese, per tentare il recupero di Santon. Operazione fallita, tra Juve e Udinese. Mai violare il sacramento della «squadra che vince non si cambia». Spalletti ha rilanciato con Cancelo, scongelato come terzino destro. Operazione rischiosa, ma affascinan­te, sul filo dell’equilibrio. Così sarà Milan-Inter di oggi, un derby da equilibris­ti e senza rete.

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Derby in panchina Rino Gattuso e Luciano Spalletti
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AFP-GETTY Esultanze milanesi dall’ultimo derby di campionato a ottobre: a sinistra quella rossonera dopo il gol di Suso dell’1-1, a destra i nerazzurri abbraccian­o Mauro Icardi, autore dell’1-0. Finirà 3-2 per l’Inter

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