La Gazzetta dello Sport

Brescia ruggisce Milano la doma Gentile da record trascina Bologna

Capitano Andrea Cinciarini, 31 anni, decisivo contro la capolista Brescia

- Massimo Oriani

Altro che pancia piena e sonnolenza da triptofano per il troppo tacchino ingerito a Natale. Intensità da playoff, ai piedi dell’esodo bresciano, una pacifica invasione che ha trasformat­o il compassato Forum dei tifosi Olimpia in un feudo biancazzur­ro. Ma alla fine alla Leonessa sono rimasti solo le pacche sulle spalle. Non è poco. Perché c’è voluta un’Olimpia da battaglia, da Eurolega (senza ironia, visti i risultati) per cattiveria agonistica, da bava alla bocca, capace di distillare le ultime gocce di energia a capo del trittico settimanal­e (Vitoria, Malaga, Brescia), per fermare la capolista.

Per batterla. Ma solo per il risultato finale. Che è quello che conta, ma che non può essere il solo metro di giudizio. Bravissima Milano, volata a +15 con un avvio devastante, con le triple di Theodore, il solito Gudaitis, e un Cincia d’antan, andata al riposo «solo» sopra di 10, quando il volume prodotto era da ventello. Merito anche della Germani, sempre lì, attenta a cogliere ogni spiraglio che l’Olimpia le lasciava per rimanere attaccata al match. Poi un 3° quarto da vera Leonessa, con l’EA7 in bambola (7 perse e 4/11 su azione) che valeva il sorpasso. L’ultimo – non fatevi ingannare dal 14-9 di parziale in 10’ – è stato bellissimo. Mani addosso, ginocchia sbucciate, errori mai forzati o quasi. Sul 63-69 a 3’41” dalla fine pareva fatta per Brescia. «Tutto sommato ho comunque visto passi avanti rispetto al finale con Sassari (primo k.o. stagionale, anche quello in volata, ndr.) – spiega Diana – Non era scontato risalire da -15. Chiaro, dobbiamo ancora crescere, ma abbiamo dimostrato di essere competitiv­i e di potercela giocare con chiunque. Non abbiamo fatto una buona prestazion­e in attacco, ma ci è mancato davvero poco, quasi ci siamo. Vero che non capita spesso di trovarsi davanti una squadra fisica come Milano».

VOLATA Il finale, con tanti errori di Landry, la bravura di Milano nello spezzare la ragnatela della zona di Diana, arrivare al ferro e guadagnars­i liberi, permetteva all’Olimpia di vincere pur realizzand­o solo 2 canestri su azione in 10’. «Avevo chiesto ai ragazzi per la prima volta in campionato di fare una gara importante – dice Pianigiani – con la mentalità di una partita che conta, da Eurolega. Abbiamo dominato nel 1° tempo, poi siamo stati ingenui a mandarli in bonus subito nel 3° quarto (11/14 dalla lunetta per Brescia nel periodo, ndr.). Sono felice per come siamo stati capaci di incanalare sulla difesa le energie residue, tenendoli a 9 punti nel 4°. Per me è un segnale importante, perché non siamo mai stati leggeri mentalment­e nei momenti importanti. Sono passi chiave per costruire la mentalità che piace a me». La chiusura la dedica a Brescia: «Non è certo una cenerentol­a, ha gente che ha vinto e sa come si fa. Ha tutto per arrivare in fondo». E’ ufficiale: l’Olimpia per lo scudetto ha una rivale in più. Chi l’avrebbe mai detto?

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CIAMILLO La grinta di Andrea Cinciarini, 31 anni, 4.9 punti di media in 16.5 minuti a gara in campionato

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