«La A si muova, il valore del torneo rischia di disperdersi in fretta»
Tebas, n. 1 iberico «Pace tra i club, prezzi popolari e ricavi tv. Così la Liga è decollata»
Dietro il miracolo spagnolo non ci sono solo le star di Real e Barcellona. Negli ultimi 4 anni il salto economico della Liga è merito di una guida sicura e illuminata: quella di Javier Tebas. Basta liti, con lui in sella i club di Spagna hanno dimenticato i debiti (da -250 milioni ora sono a +300, esclusi Real e Barça)) e hanno incrementato i ricavi tv, aumentando anche le presenze negli stadi (+12%). Un successo che ieri il manager di origine costaricana ha illustrato nel dibattito col candidato alla presidenza del Soccer Usa Eric Wynalda e il d.g. della Lega di Serie A Marco Brunelli che ha indicato i plus di un campionato all’avanguardia (vedi Var) nelle tecnologie, ma ancora in attesa di un contratto tv tra le difficoltà legate alla scelta della nuova governance.
MANAGER Sul palco di Globe Soccer Tebas ha esposto le sue ultime mosse: «In questi mesi ho scelto 4 manager per affidare loro lo sviluppo industriale del nostro calcio. Uno viene dal mondo bancario, un altro da quello della sanità e per crescere nei social media ci avvaliamo di un ex Facebook, mentre per la tv arriva un manager da Netflix». Ha le idee ben chiare: «La Liga è cresciuta tanto, ma ha ancora tanta strada da fare soprattutto sulla via della globalizzazione. Dobbiamo conoscere meglio i nostri tifosi: ora come ora le tv a pagamento sanno tutto di loro, noi nulla. E poi dobbiamo coltivare anche i tifosi dei nostri club che vivono all’estero, anche dall’altra parte del mondo». Non ha paura dei cambiamenti: «Abbiamo distribuito l’orario e i giorni delle partite per raggiungere il maggior pubblico possibile, ma siamo stati attenti ad incentivare le presenze negli stadi. Abbassando i prezzi e invogliando le famiglie». Tuttavia sa che all’orizzonte ci sono sempre nuovi problemi: «Quando vado a vendere il prodotto Liga trovo sempre al mio fianco gli incaricati di Uefa e Fifa. È legittimo che gli organismi internazionali producano eventi, ma si ricordino che il motore del calcio sono i club. In prospettiva i denari che prendono loro li tolgono alle società che partecipano ai vari campionati. In particolare a