«Le coppe europee mi mancano tanto: la Virtus è pronta»
La rinascita a Bologna e il record di 32 punti «Ho ritrovato anche l’Italia, l’esclusione mi bruciava»
Nei piani questa alla Virtus Bologna dovrebbe essere la stagione della rinascita per Alessandro Gentile, col numero 0 a indicare un nuovo inizio. Fin qui, al di là dei risultati altalenanti della Segafredo, il percorso è stato più che soddisfacente e coronato a Varese, nell’ultima partita del suo 2017 horribilis, dal massimo in carriera con 32 punti. «Fa piacere giocare bene, ma alla fine conta vincere», sottolinea.
Fra ultimo quarto e supplementare ha segnato 14 punti, cosa è scattato in quel momento?
«Mi sfidavano al tiro, avevo spazio e ho cercato di prendere fiducia con conclusioni pulite».
I suoi numeri in trasferta (22,5 punti di media col 58,7% da due) sono migliori di quelli in casa (15 punti col 44% da due). C’è una spiegazione o è casualità?
«Penso che in trasferta ci sia bisogno di prendersi più responsabilità. Il nostro pubblico in casa ci trasmette una grande carica, ci dà una grossa mano ed è magari più facile per tutti entrare in fiducia».
Dopo il k.o con Cantù di tre settimane fa, quinto in sei partite, sono arrivate le dure parole di Luca Baraldi, rappresentante nel club della proprietà.
«Era una brutta situazione. La proprietà ci ha responsabilizzato, ha ambizioni e si aspetta tanto. Abbiamo cercato di cambiare passo, a cominciare dagli allenamenti».
Quello visto a Varese è il miglior Gentile, o quantomeno gli si avvicina?
«Lo lascio dire agli altri. Sono abituato a subire giudizi e valutazioni dagli altri, quindi tendo a non giudicare me stesso quanto la squadra. Quella è l’importante».
Intanto in questa stagione ha ritrovato l’azzurro.
«Sono molto contento, essere rimasto fuori la scorsa estate mi ha bruciato molto. Ho trovato una Nazionale ambiziosa e giovane, con un allenatore nuovo che dà tanta fiducia. L’obiettivo è il Mondiale, non sarà facile ma con questa formula possiamo farcela». tiro».
Sei vittorie e sei k.o. rispecchiano il vostro valore?
«No, abbiamo lasciato per strada tanti punti negli ultimi secondi. Ricordo Trento dal +18, oppure Venezia, Brescia e Milano sostanzialmente all’ultimo
Passiamo all’Eurolega. Chi l’ha impressionata maggiormente?
«Ci sono le solite 2-3 squadre in vetta, Olympiacos, Fenerbahçe, Cska, ma anche tante formazioni in crescita, come il Panathinaikos che sta migliorando ulteriormente dallo scorso anno e lo Zalgiris».
Le piace Jasikevicius coach?
«Non ho mai avuto il piacere di essere allenato da lui, ma è palese come la sua squadra sia quella che gioca meglio».
Milano come l’ha vista in Europa?
«Bene, ma anche loro hanno lasciato tanti punti per strada. Quando giochi ogni settimana contro i migliori è poi difficile recuperarli e può diventare frustrante giocare un girone di ritorno senza obiettivi».
L’Eurolega è attenta a quello che succede a Bologna e gradirebbe riavere la Virtus fra le elette, magari passando prima dall’Eurocup. Il club sarebbe pronto?
«Dal punto di vista societario sì. Noi sul campo dobbiamo fare il nostro percorso, senza guardare troppo in là».
La partecipazione alle coppe europee sarebbe una chiave per la sua permanenza a Bologna?
«Non lo so. Le coppe mi mancano, sono un’esperienza bellissima per un giocatore. Spero che in futuro, a prescindere da me, questo club torni al massimo livello europeo».
La Nba resta nei suoi pensieri?
«È giusto essere ambiziosi e sognare. Tutti quelli che giocano aspirano al massimo livello, io non faccio eccezione ma non è una malattia. Se un giorno me la meriterò sarò felice di giocarci, altrimenti giocherò da un’altra parte».