La Gazzetta dello Sport

Il nuovo Djokovic «Lontano dai campi ho imparato tanto»

Gioca ad Abu Dhabi dopo sei mesi di stop: «Ho sofferto molto, non succederà più»

- Federica Cocchi

Rinsavito, motivato, affamato. La nuova versione di Novak Djokovic, l’ex numero 1 al mondo, scivolato ora al numero 12, si disvelerà da domani ad Abu Dhabi dove da oggi è in programma il Mubadala World Tennis Championsh­ip, la ricca esibizione che sabato pomeriggio vedrà anche il ritorno di Serena Williams. Un rientro soft, senza troppe pressioni per un uomo che è passato in un anno da superman a essere umano. Mancanza di stimoli, di motivazion­e, la frequentaz­ione assidua del guru spagnolo Pepe Imaz, presunti problemi famigliari, insomma: dopo un anno e mezzo di trionfi si è umanizzato fin troppo il serbo che nel 2017 ha vissuto una stagione pessima, terminata con largo anticipo già a Wimbledon per colpa di un infortunio al gomito destro.

NOVITÀ Un distacco dal tennis e dalle sue pressioni per dedicarsi alla famiglia, che si è allargata con la nascita della secondogen­ita Tara. Dopo un periodo di stop forzato per colpa del gomito da curare, ora Nole ha voglia di ricomincia­re con accanto un nuovo coach-amico come Radek Stepanek, fresco di ritiro dall’attività agonistica. Nel team è rimasto anche Andre Agassi che più che agli aspetti tecnici si dedicherà principalm­ente alla gestione «mentale» degli slam. E’ curioso Novak, come lo sono tutti coloro che non si aspettavan­o una eclissi di questa portata da parte sua: «Questi sei mesi sono stati come una corsa sull’ottovolant­e — ha spiegato il vincitore di 12 titoli dello Slam —. L’infortunio al gomito mi dava problemi da più di un anno. Non ero preparato: nella mia vita non ho mai dovuto sottopormi a interventi chirurgici, e nemmeno ho mai subito infortuni gravi che mi abbiano costretto a una così lunga assenza».

CORAGGIO C’è voluto coraggio dunque a fermarsi, a chiudere il 2017 con anticipo. E’ stata una decisione fondamenta­le per non compromett­ere anche il prossimo anno tennistico. «Non avevo mai saltato un Grande Slam da quando gioco, è stata una decisione molto difficile, ma non avevo più scelta perché non riuscivo a giocare. Il dolore era troppo forte, non ero più in grado nemmeno di sollevare il braccio». Nole, che oggi usufruisce di un bye e giocherà domani contro il vincente del match tra Bautista e Rublev, ha imparato molto da questo lungo periodo lontano dal circuito: «Ho capito che ci vuole il coraggio di fermarsi quando è necessario, e di sicuro non mi accadrà ma più di trascurare un problema fisico fino a renderlo così grave». Che è la stessa lezione imparata da Andy Murray, come lui fermo da luglio per problemi alle anche ma ancora non fisicament­e al cento per cento. Dovrebbe rientrare a Brisbane, il torneo che inizia l’ultimo dell’anno, ma le sue prospettiv­e sono leggerment­e cambiate: «Giocare i tornei più importanti mi motiva molto, al momento non penso al ranking. Spero di fare bene agli Australian Open ma soprattutt­o ho tanta voglia di giocare a tennis senza soffrire».

RIVALI Intanto ad Abu Dhabi il più quotato rivale di Djokovic in questo mini torneo, ovvero Dominic Thiem, sa che del ritrovato serbo c’è da aver paura: «Sappiamo bene di cosa è capace, ora se ha recuperato dall’infortunio sarà ancora più carico e desideroso di mostrare quello che vale. Abbiamo visto com’è andata quando Nadal e Federer si sono fermati per un po’...». Che inizi lo show.

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