Il nuovo Djokovic «Lontano dai campi ho imparato tanto»
Gioca ad Abu Dhabi dopo sei mesi di stop: «Ho sofferto molto, non succederà più»
Rinsavito, motivato, affamato. La nuova versione di Novak Djokovic, l’ex numero 1 al mondo, scivolato ora al numero 12, si disvelerà da domani ad Abu Dhabi dove da oggi è in programma il Mubadala World Tennis Championship, la ricca esibizione che sabato pomeriggio vedrà anche il ritorno di Serena Williams. Un rientro soft, senza troppe pressioni per un uomo che è passato in un anno da superman a essere umano. Mancanza di stimoli, di motivazione, la frequentazione assidua del guru spagnolo Pepe Imaz, presunti problemi famigliari, insomma: dopo un anno e mezzo di trionfi si è umanizzato fin troppo il serbo che nel 2017 ha vissuto una stagione pessima, terminata con largo anticipo già a Wimbledon per colpa di un infortunio al gomito destro.
NOVITÀ Un distacco dal tennis e dalle sue pressioni per dedicarsi alla famiglia, che si è allargata con la nascita della secondogenita Tara. Dopo un periodo di stop forzato per colpa del gomito da curare, ora Nole ha voglia di ricominciare con accanto un nuovo coach-amico come Radek Stepanek, fresco di ritiro dall’attività agonistica. Nel team è rimasto anche Andre Agassi che più che agli aspetti tecnici si dedicherà principalmente alla gestione «mentale» degli slam. E’ curioso Novak, come lo sono tutti coloro che non si aspettavano una eclissi di questa portata da parte sua: «Questi sei mesi sono stati come una corsa sull’ottovolante — ha spiegato il vincitore di 12 titoli dello Slam —. L’infortunio al gomito mi dava problemi da più di un anno. Non ero preparato: nella mia vita non ho mai dovuto sottopormi a interventi chirurgici, e nemmeno ho mai subito infortuni gravi che mi abbiano costretto a una così lunga assenza».
CORAGGIO C’è voluto coraggio dunque a fermarsi, a chiudere il 2017 con anticipo. E’ stata una decisione fondamentale per non compromettere anche il prossimo anno tennistico. «Non avevo mai saltato un Grande Slam da quando gioco, è stata una decisione molto difficile, ma non avevo più scelta perché non riuscivo a giocare. Il dolore era troppo forte, non ero più in grado nemmeno di sollevare il braccio». Nole, che oggi usufruisce di un bye e giocherà domani contro il vincente del match tra Bautista e Rublev, ha imparato molto da questo lungo periodo lontano dal circuito: «Ho capito che ci vuole il coraggio di fermarsi quando è necessario, e di sicuro non mi accadrà ma più di trascurare un problema fisico fino a renderlo così grave». Che è la stessa lezione imparata da Andy Murray, come lui fermo da luglio per problemi alle anche ma ancora non fisicamente al cento per cento. Dovrebbe rientrare a Brisbane, il torneo che inizia l’ultimo dell’anno, ma le sue prospettive sono leggermente cambiate: «Giocare i tornei più importanti mi motiva molto, al momento non penso al ranking. Spero di fare bene agli Australian Open ma soprattutto ho tanta voglia di giocare a tennis senza soffrire».
RIVALI Intanto ad Abu Dhabi il più quotato rivale di Djokovic in questo mini torneo, ovvero Dominic Thiem, sa che del ritrovato serbo c’è da aver paura: «Sappiamo bene di cosa è capace, ora se ha recuperato dall’infortunio sarà ancora più carico e desideroso di mostrare quello che vale. Abbiamo visto com’è andata quando Nadal e Federer si sono fermati per un po’...». Che inizi lo show.