Gattuso x 5: tutte le sfide del suo 2018
Alla valorizzazione dei nuovi, fino al gioco e... alla sua panchina: Rino e il Milan ripartono così
Eppur si muove. Senza scomodare Galileo, negli ultimi giorni basta farsi un giro a Milanello per origliare un concetto che permette al Milan di iniziare l’anno con qualche timido sorriso. Ma con due avvertenze basilari. Uno: in questo momento occorre evitare di far cadere l’occhio sulla classifica, dove di movimenti in realtà se ne registrano pochini. Due: in questa fase, prima di lamentarsi per il gioco (che c’è e non c’è), bisogna apprezzare i miglioramenti sul piano caratteriale e atletico. In poche parole: ai tifosi rossoneri – con un grandissimo spirito di sacrificio, è evidente – viene richiesta la pazienza di accompagnare Gattuso, passo dopo passo, nel processo di ricostruzione. L’esercizio è complesso, ma chi ne sarà capace potrà apprezzare il pareggio di Firenze.
BRUTTI NUMERI Rino irrompe nel 2018 pieno di buoni propositi. Se le cose dovessero davvero rimettersi per il verso giusto, questo diventerebbe il suo anno, con una trama molto romantica: il vecchio guerriero rossonero che raccoglie la squadra esausta e la rimette in grado di salire sul ring. Intendiamoci, i numeri in generale sono ancora osceni: nell’epoca dei tre punti (dal ‘94-95 in avanti), per esempio, soltanto nel 2013-14 il Milan aveva fatto peggio (22 punti contro i 25 attuali); mentre in due sole occasioni aveva segnato di meno (‘94-95 e ‘97-98) e incassato più gol (2000-01 e ‘13-14). Rispetto a un anno fa la classifica dice -14. Freddo polare. Chi vuole può ragionare su questi dati. Oppure considerare invece
i punti in meno del Milan rispetto alla 19a giornata dello scorso campionato: i rossoneri erano terzi, ora sono al decimo posto della classifica