Brignola, baby del destino «Benevento, puoi farcela»
Il 18enne attaccante, talismano dei giallorossi: «Mi ispiro a Robben e tifo Milan. La salvezza? Un miracolo, ma sognare non costa niente»
Esordio in Serie B lo scorso anno a Latina, e pari del Benevento in extremis, esordio in Serie A e pari all’ultimo respiro con il Milan, esordio dal primo minuto contro il Chievo sabato e primo storico successo dei giallorossi in massima serie. Enrico Brignola, attaccante mancino classe 1999, non è solo il portafortuna della squadra del presidente Vigorito, anzi. È il pupillo proprio del numero uno del club giallorosso che non ha fatto sconti neppure alla Roma, che voleva riscattarlo dopo una stagione in prestito negli Allievi.
Brignola, cosa ha pensato sabato quando si è fatto male Ciciretti nel riscaldamento?
«Sono corso nello spogliatoio, in un minuto ero pronto. Mi sono detto che dovevo dare tutto e che magari avremmo vinto. È andata esattamente così. Peccato solo che ho fallito un gol da buona posizione, avrei dovuto calciare di destro».
Lei però usa prevalentemente il sinistro, delicato come quello del suo allenatore De Zerbi. Sa che un po’ gli somiglia?
«Non me lo ricordo da calciatore, ma è un grande tecnico. Ci ha dato una identità precisa, anche se fin qui abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo. Certo, ogni tanto mi spiega cosa avrebbe fatto lui in una determinata situazione: i suoi sono consigli preziosi».
A proposito di mancini, ha preso il posto di Ciciretti. Com’è il vostro rapporto?
«Stiamo sempre insieme, Amato è fortissimo e da lui sto imparando tanto. Mi è dispiaciuto che si sia infortunato ma so che è stato felice per me».
Che ricordi ha del periodo trascorso a Trigoria?
«La Roma per me è stata una esperienza bellissima, Bruno Conti mi ha voluto fortemente ATTACCANTE BENEVENTO lì. È un uomo eccezionale, mi ha mandato un messaggio per l’esordio in A ma sento spesso anche suo figlio Andrea».
Chi era il suo idolo da piccolo?
«Mi sono sempre ispirato a Robben, guardavo solo lui. In casa però siamo tutti tifosi milanisti: tra mancini ho scambiato la maglia con Rodriguez, la conserverò come un cimelio».
Lo sa che il difficile viene ora?
«Certo, però spero di farmi trovare pronto quando De Zerbi vorrà impiegarmi e di conquistare una salvezza che sarebbe miracolosa ma che continuo a ritenere possibile. Del resto, sognare non costa nulla».
E allora cosa chiede al 2018?
«Chissà, magari una chiamata dall’Under 19. Ho giocato in Under 15 e componevo un bel tridente con Capone e Pinamonti. Forse un giorno ci ritroveremo...».