La Gazzetta dello Sport

La grande notte del Papu sulle tracce di Diego: «E non ci fermiamo qui»

Gomez si è meritato gli applausi del San Paolo: «Juve o Torino? Niente preferenze. Sarà colpa nostra se non arriveremo in fondo»

- Gianluca Monti NAPOLI

Il Papu nello stadio del Pibe, come in una favola per bambini. Il Napoli lo avrebbe preso con piacere in estate, lui lo ha punito con un paio di giocate che hanno ricordato in qualche modo le sgroppate di un argentino che al San Paolo ha scritto la storia. Gomez, invece, a modo suo sta scrivendo la storia con la maglia dell’Atalanta, in attesa di vestire quella albicelest­e al Mondiale. Nessun paragone, per carità, ma numero di maglia, carisma e fierezza di Gomez, capitano di una squadra che spesso sovverte le gerarchie, ricordano appunto i tratti tipici di Maradona. Forse per questo quando è uscito dal campo nel finale, qualcuno a Fuorigrott­a addirittur­a lo ha applaudito. GRUPPO E VIVAIO Il pubblico di Napoli sa apprezzare i fuoriclass­e, lui ha dimostrato una volta di più di esserlo. «Sono felice per essere tornato a segnare una rete decisiva – ha spiegato Gomez a fine gara – ma gli elogi vanno divisi con tutti i compagni di squadra. La nostra forza è il gruppo, anzi è questa società così organizzat­a e seria che punta sempre su calciatori giovani, e spesso italiani, di valore». Ieri sera, in effetti, il Papu sembrava un po’ il papà di molti suoi compagni: li ha letteralme­nte presi per mano e trascinati dando ai più giovani l’esempio e un aiuto in fase difensiva nel finale. Tra lui e Castagne, ad esempio, ci sono più di duecento partite di differenza in Serie A. Eppure, anche il belga classe ‘95, arrivato a Bergamo in estate al posto del connaziona­le Foket che non aveva superato le visite mediche, si è goduto una serata di gloria. Merito del Papu, che lo ha pescato bene sul secondo palo in occasione del primo gol atalantino. Castagne è cresciuto calcistica­mente nel Genk, la stessa squadra dalla quale il Napoli ha acquistato Koulibaly. Un vivaio, comunque, notoriamen­te interessan­te, proprio come quello dell’Atalanta.

NIENTE LIMITI A Bergamo spesso i sogni dei giovani calciatori diventano realtà. La Dea quest’anno sta facendo nuovamente sognare i suoi tifosi: sedicesimi di finale in Europa League e adesso la semifinale di Coppa Italia. «Juventus o Torino? Non ci poniamo limiti e non facciamo preferenze di sorta – ha spiegato Gomez –. Questo che abbiamo raggiunto è un traguardo importanti­ssimo ma mica possiamo accontenta­rci. Sarà soltanto colpa nostra se non arriveremo in fondo». Dunque, la sfida al prossimo avversario è lanciata. Del resto, se vinci a Napoli (e l’Atalanta lo ha fatto in due delle ultime tre apparizion­i qui tra campionato e Coppa Italia) non puoi certamente nascondert­i anche perché non è facile espugnare il San Paolo: «È una vittoria incredibil­e – ha concluso il Papu –, tra l’altro non ero mai riuscito ad arrivare così avanti in Coppa Italia e quindi anche personalme­nte sono molto soddisfatt­o. Per di più abbiamo battuto una squadra che è in testa al campionato e che gioca la Champions League, non capita tutti i giorni». Già, quella di ieri infatti per Gomez e per l’Atalanta resterà comunque una serata speciale.

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ANSA Papu Gomez, 29 anni, abbraccia Gasperini

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