La Gazzetta dello Sport

Ha stappato il talento E ora sono bollicine...

Non solo gol per il brasiliano: giocate, sorrisi e intesa crescente Ha una bussola tatuata, nei momenti difficili non ha mai perso la rotta

- Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

La bussola tatuata sulla pelle lo ha aiutato a non perdere la rotta nei momenti di difficoltà. Douglas Costa è arrivato alla Juventus esaltandon­e la qualità e promettend­o di aggiungere creatività. Non è stato per niente facile, forse ha faticato più di quanto avrebbe immaginato a calarsi nella realtà italiana, ma se la classe ce l’hai e in più studi e ti applichi, prima o poi qualcosa ti torna indietro. Douglas Costa è sbarcato a Torino dal pianeta Bayern con l’etichetta in bella mostra: un investimen­to da oltre 40 milioni di euro che però ancora oggi non ha un posto fisso. Nel derby, alla quattordic­esima partita da titolare (su 22 presenze) ha usato il mancino per abbellire ma anche per ferire. Divertente e utile, avrebbe detto l’Avvocato dopo il gol che ha spaccato la partita. Un tiro all’incrocio di controbalz­o su assist involontar­io di Dybala prima della corsa liberatori­a per l’esultanza verso la tribuna.

DIVERTENTE E UTILE «A sinistra mi trovo meglio per crossare, a destra per tirare», aveva raccontato nei primi giorni bianconeri, durante la tournée americana. Da destra è arrivato il primo gol importante della sua nuova avventura, dopo quello inutile nella sconfitta di campionato con la Lazio. Ma non è stato solo quello: la rete è un cammeo che impreziosi­sce una serata da bollicine, come se segnando avesse fatto saltare il tappo che comprimeva il suo talento. Allegri in estate lo aveva fortemente voluto perché lo considerav­a l’ultimo tocco di colore per la sua tela bian- conera. Un Cuadrado più evoluto, con più tecnica e anche più fisico, che però è rimasto ingarbugli­ato negli schemi e nella tattica del calcio italiano. «Ho lavorato molto sulla fase difensiva – ha spiegato di recente –, all’inizio ho faticato molto ad adattarmi al vostro modo di giocare». In Germania, dove aveva legato parecchio con Arturo Vidal (uno dei primi a suggerirgl­i la Juventus) era più libero di partire e dribblare, in Italia i difensori non si fanno saltare con la stessa facilità. Ne superi uno e subito dopo ne trovi un altro ad aspettarti. Douglas non si è spazientit­o. Ha fatto tesoro dei consigli di Allegri e dell’amicizia con gli altri sudamerica­ni. Ha accettato la panchina e la sfida con la tigna di chi sa che presto si riprenderà il posto che gli spetta. FEELING E SCOMMESSE Nel derby che proietta la Juventus alla doppia sfida contro l’Atalanta, Douglas Costa ha sparpaglia­to sul prato assaggi del suo repertorio: cross, colpi di tacco, tiri a giro, assist (molto bello quello d’esterno nel primo tempo per Dybala, che però non è riuscito ad angolare il tiro). C’era Douglas in tutte le azioni pericolose della Signora; ha cercato anche la doppietta prima dell’intervallo, la palla era entrata anche stavolta ma l’arbitro aveva già fermato tutto per fuorigioco. Adesso sì che dovrà pagare una cena a Dybala, uno dei compagni con cui ha più feeling e con cui fa scommesse di continuo. Torino non dev’essergli sembrata neanche tanto fredda ieri sera. Il gol che porta la Juventus in semifinale di Coppa Italia è tutto combustibi­le per le gambe e per la testa.

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ANSA Douglas Costa, 27 anni, esulta dopo il gol

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