La Gazzetta dello Sport

«Servirà strategia Attaccare in massa o aspettare la carica?»

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«Si tratta di un gioco che ricorda il croquet» ha esordito l’Imperatore «ma disputato da due squadre di undici giocatori su un campo rettangola­re che, come potete leggere, ha due lati lunghi cento passi e due cinquanta. Gli archetti sono solo due, posti al centro dei lati corti e, come sapete già, misurano otto passi in lunghezza e un paio di metri in altezza. Ogni squadra deve far passare la palla nell’arco dell’avversario. Ogni palla che entra vale un punto, vince la squadra che avrà messo a segno più punti». «Ma è un gioco folle!» ha esclamato il Governator­e con una risata isterica. «Ci vogliono due giorni per spingere una palla da croquet su un campo lungo cento metri. Sarebbe lo sport più noioso del mondo...». «Infatti non si gioca con una palla da croquet, ma con una palla grande quanto una sfera di cannone: il “pallone”, che ho chiamato così dalla fusione della parole “palla” e “cannone”» ha spiegato Napoleone recuperand­o da sotto il tavolo la sfera di cuoio cucita da Tobia. (…)

«Le due squadre dovranno spostare la palla e farla entrare nel rispettivo arco di trionfo prendendol­a a calci» ha risposto l’Imperatore che si è alzato dal tavolo, ha lanciato la palla in aria con le mani e l’ha colpita con una pedata poderosa. (…)

Incapace di riconoscer­e indizi e sospetti, alla fine Hudson Lowe si è arreso e ha fatto la domanda diretta: «Generale, perché vi siete inventato questo gioco?». «Per due ragioni» ha spiegato l’Imperatore. «La prima è perché sei mesi fa abbiamo seppellito un ragazzo finito nella Scodella del Diavolo. Nessuno desidera che altri facciano la stessa fine. Se i ragazzi dell’isola vorranno sfidarsi, ora potranno farlo con questo gioco che ricorda la guerra. Servirà strategia: sfondare al centro o accerchiar­e il nemico? Da dove e come far partire la palla di cannone? Attaccare in massa o aspettare la carica dell’avversario? Due eserciti di undici giocatori si faranno guerra, ma senza lasciare sul campo neppure un ferito perché in questo gioco sono vietati calci, pugni e qualsiasi forma di violenza. Vincerà chi si dimostrerà più abile a far correre il pallone e a farlo passare nell’arco di trionfo. Voglio regalare ai ragazzi una guerra di pace che non farà male a nessuno».

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