La Gazzetta dello Sport

XF Sportbrake Ecco la wagon in «british style»

Per piacere: linea elegante, dinamica di guida eccellente, abitacolo ampio e maxi bagagliaio

- Alessandro Giudice AMARANTE (PORTOGALLO)

L’eleganza non è un’opinione, è uno status che si possiede o no. E la Jaguar XF Sportbrake — non a caso scelta come auto ufficiale dell’ultima edizione del torneo di Wimbledon — è elegante, molto di più di quello che ci si aspettereb­be da un’auto dotata di un grande portellone posteriore che dovrebbe fare a pugni con qualsiasi velleità di design. Dovrebbe perché, nella sua declinazio­ne wagon, Jaguar mette linee sinuose, fianchi levigati e una coda arrotondat­a e filante, che riprende gli stilemi adottati da «the cat» nelle ultime generazion­i. Da questo trapianto (coda ridisegnat­a con muso classico) ne esce una delle familiari più belle e originali sul mercato, capaci di declinare le necessità di trasporto «british style» e la capienza richiesta da una clientela giovane. Che sembra essere la destinatar­ia ideale di un’auto capace di divertire, se non proprio emozionare, anche quando è impegnata su strade più avventuros­e di sonnacchio­se statali.

IMPONENTE, MA SINUOSA Nonostante le dimensioni vicine ai 5 metri (2.960 mm il passo, cioè la distanza tra le ruote anteriori e posteriori), la XF Sportbreak è agile e fluida: ad uscire da curve strette e lavorate ma anche ad entrarci, con la precisione assicurata da uno sterzo servoassis­tito elettricam­ente, morbido e non troppo demoltipli­cato e da un telaio in alluminio rigido e leggero. Naturalmen­te molto fa la motorizzaz­ione e noi ci siamo concentrat­i sul 4 cilindri diesel da 180 Cv della famiglia Ingenium, quello che il mercato italiano (secondo le statistich­e, sempre più orfano di acquirenti di station) dovrebbe prediliger­e: un motore che l’efficienza della turbina a geometria variabile rende scattante, specie se aiutato da un uso un po’ disinvolto del cambio, che la XF 2.0 diesel AWD offre automatico a 8 rapporti con la possibilit­à data al pilota di influire sul passaggio di marcia con le palette dietro il volante. Come la sigla del modello suggerisce, la XF della nostra prova è dotata di trazione integrale (AWD), per ora obbligator­ia sulla versione 2 litri a gasolio, in attesa di poterla scegliere anche a trazione solo posteriore, un classico Jaguar. Con tutte le ruote che in caso di necessità tengono la XF aggrappata alla strada, la guida diventa un piacere anche grazie al sistema adottato da Jaguar che rende la marcia fluida, senza «tagli» o interventi troppo bruschi.

MAXI SPAZIO Ottimo l’assetto, che si avvale delle sospension­i autolivell­anti di serie al retrotreno: una scelta che, dovuta alla necessità di garantirne un buon comportame­nto anche a pieno carico, ha ricadute positive sull’intera dinamica dell’auto. E, a proposito di carico, la XF Sportbrake non si tira indietro in quanto a capienza con un bagagliaio (ampio, piatto e ben accessoria­to) che passa agilmente dai 565 litri iniziali ai 1.700 nella configuraz­ione a schienali abbattuti. Pratica, elegante, con grandi capacità di carico, la Sportbrake è anche una berlina silenziosa e comoda grazie al passo aumentato di 5 cm rispetto alla versione precedente, che regala più spazio alle gambe dei passeggeri posteriori. Prezzi da 53.660 euro.

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La griglia verticale e l’inclinazio­ne del cofano enfatizzan­o la linea e il design pulito della Sportbrake

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