Thomas, rientro col botto. Evitando la sfida con gli ex
Isaiah debutta in maglia Cavs con 17 punti. Nella notte non ha giocato contro i Celtics, che lo hanno ceduto in estate
«Mi sento come un cavolo di matricola». Eppure Isaiah Thomas ne ha viste e ne ha giocate tante. Ma il debutto in maglia Cavs lo ha emozionato. Perché arrivato dopo mesi di inattività dovuta ai problemi a un anca che parevano a un certo punto mettere addirittura in dubbio il proseguimento della carriera. E per quanto accaduto in estate, con i Boston Celtics che, con grandissima sofferenza ma guardando al bene della franchigia, lo hanno spedito a Cleveland in cambio di Kyrie Irving. Una cessione che lui non ha mai digerito e per la quale ancora si rifiuta di rivolgere parola al gm/presidente dei biancoverdi Danny Ainge.
EMOZIONE Così, quando a 4’33” dalla fine del 1° quarto della sfida vinta dai suoi Cavs su Portland 127-110, si è alzato dalla panchina e ha messo piede in campo per la prima volta da quando, nelle finali di conference 2017, il 19 maggio per l’esattezza, lo lasciò per l’ultima volta con addosso la maglia dei 17 volte campioni Nba, dopo una sconfitta proprio contro King James, le gambe un po’ tremavano. «E’ stata una serata speciale – ha poi ammesso «The Little Guy», autore di 17 punti in 19’ – Ero fermo da 7 mesi, poter tornare a competere e vincere mi ha dato grande soddisfazione». Coach Tyronne Lue ha programmato il suo rientro con in mente un’idea ben chiara: evitare che accadesse ieri notte a Boston (dove non è sceso in campo). Per evitare che IT volesse strafare, con quella sete di rivincita mista ad amore per una città che lo ha adorato e ancora oggi lo ama senza riserve. Strappalacrime la lettera che scrisse in estate per esternare i sentimenti dopo la trade: «Fa male. Perché mi sono innamorato di Boston. Quando ho giocato la sera dopo la morte di mia sorella, ho sentito che tutta la città era con me. Spero che ancora oggi ci sia un ragazzino a cui quando chiedono perché tifa Celtics, risponda “Perché ho visto giocare Isaiah Thomas”». Sarebbe stato troppo, tornare e farlo su quel parquet incrociato, dove ha lasciato sudore e lacrime, l’anima. Quel che conta è che sia di nuovo «The Little Guy».