Giochi: le Coree già si parlano
Telefonata tra i due Paesi e la proposta: atleti e dirigenti del Nord su una nave da crociera
Il filo (rosso) della speranza olimpica, più che il bottone più potente tra capi di stato belligeranti. Una telefonata di 20 minuti fa da prologo e anticipa l’incontro del 9 gennaio in una sede assai simbolica, Panmunjom, villaggio di frontiera dove venne siglato il cessate il fuoco della guerra fra le due Coree del 1950-53: è il ministro dell’unificazione del Sud, Cho Myoung-Gyon, a spiegare che gli argomenti sul campo sono «la partecipazione della Nord Corea all’Olimpiade e altre questioni d’interesse reciproco per migliorare le relazioni».
VERTICE I contatti fra i due stati sono dunque ripartiti così: «In conformità con la decisione del nostro leader stabiliremo un contatto con la Sud Corea in maniera sincera» rilancia l’agenzia Yonhap. A quel vertice si sta arrivando per cooperare, scongiurare e non boicottare i Giochi 2018 come avvenne a Seul ‘88. «Non solo gli atleti ma anche supervisori e visitatori» anticipa Lee HeeBeom, il capo del comitato organizzatore del Sud che come primo atto concreto fa sapere dove alloggerebbero gli atleti del Nord dal 9 al 25 febbraio: in una nave da crociera messa a disposizione dal governatore Choi Moon-Soon, della provincia nord orientale di Gangwon, dove si svolgono i Giochi. La proposta, avanzata ad un ufficiale di Kim Jong Un, è ora sul tavolo del suo capo che nel suo discorso di Capodanno aveva acceso la prospettiva di inviare una delegazione ai primi Giochi invernali nella penisola coreana proprio mentre il clima politico resta avvelenato per le provocazioni militari, in un ipotetico teatro di guerra che vede PyeongChang a soli 80 chilometri dal confine tra le due Coree. «Una nave da crociera sarebbe la soluzione migliore, considerati i potenziali problemi di sicurezza e di alloggio» ha sottolineato Choi.
PRECEDENTE Già ai Giochi asiatici del 2002 a Busan, una città portuale nel sud della Corea libera, la delegazione nordcoreana aveva alloggiato su una nave (a Rio 2016 vi alloggiarono le stelle del basket Usa). Il Cio attende con fiducia la decisione vista la portata storica, ma il fatto che il dittatore abbia «apprezzato» l’offerta di Seul è già un enorme passo avanti, ed il ripristino immediato di un canale diretto tra i due nemici per supremi e superiori interessi olimpici, un evento atteso. Un canale di comunicazione diretta voluta dal presidente sudcoreano Mon Jae-in: «Avremo contatti stretti in modo sincero e leale». A dirlo è Ri Son-gwon, a capo dell’agenzia nordcoreana che gestisce le delicate questioni con il Sud. «Discuteremo di temi operativi sul potenziale invio della nostra delegazione» senza spingersi oltre, per un dialogo più ampio capace di coinvolgere anche il nodo nucleare. Lo sport agevolerà le relazioni politiche e militari ferme ai sei esperimenti nucleari e alle ripetute esercitazioni missilistiche?
REAZIONI E VETI La linea telefonica ripristinata diventa intanto il primo momento di ripresa della relazioni interrotte nel 2016 a causa dei dissidi per il complesso industriale di Kaeosong cogestito. Stavolta è Seul a considerate «molto significativa» questa nuova fase anche se adesso il presidente sudcoreano si troverà il veto di Washington, da dove sono partiti i nuovi strali del presidente Trump: «Il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, afferma di avere il pulsante nucleare sulla sua scrivania. Informatelo che anche io ne ho uno ma è molto più grosso e potente del suo, e funziona!». E non ha dubbi Nikki Haley, l’ambasciatrice americana all’Onu: «Gli Usa non accetteranno mai una Nord Corea dotata di armi nucleari. Se ci saranno altri test, dovremmo prendere ulteriori misure. Non prenderemo seriamente in considerazione nessuno di questi colloqui se non faranno qualcosa per mettere al bando tutte le armi nucleari . E’ un regime irresponsabile e non crediamo di aver bisogno di un cerotto,e non abbiamo bisogno di sorridere e farci una foto. Può parlare con chi vuole, ma gli Stati Uniti non hanno intenzione di prenderne atto finché non acconsentiranno a bandire le armi nucleari che hanno».
BOICOTTARE E stavolta di boicottare i Giochi parla la senatrice repubblicana della South carolina, Lindsey Graham secondo la quale «far gareggiare i nordcoreani ai Giochi significa legittimare il regime meno legittimo del pianeta, la Sud Corea rinunci a questa offerta di dialogo assurda altrimenti gli Usa non dovrebbero partecipare all’Olimpiade». La Cina, invece, ha accolto favorevolmente l’avvio del dialogo «l’Olimpiade è un’opportunità, è un fatto positivi incontrarsi a metà strada» ha sostenuto il portavoce ministro degli esteri di Pechino Geng Shuang. Giochi di pace per scongiurare la guerra?