La Gazzetta dello Sport

Giochi: le Coree già si parlano

Telefonata tra i due Paesi e la proposta: atleti e dirigenti del Nord su una nave da crociera

- Stefano Arcobelli GIOVEDÌ 4 GENNAIO 2018

Il filo (rosso) della speranza olimpica, più che il bottone più potente tra capi di stato belligeran­ti. Una telefonata di 20 minuti fa da prologo e anticipa l’incontro del 9 gennaio in una sede assai simbolica, Panmunjom, villaggio di frontiera dove venne siglato il cessate il fuoco della guerra fra le due Coree del 1950-53: è il ministro dell’unificazio­ne del Sud, Cho Myoung-Gyon, a spiegare che gli argomenti sul campo sono «la partecipaz­ione della Nord Corea all’Olimpiade e altre questioni d’interesse reciproco per migliorare le relazioni».

VERTICE I contatti fra i due stati sono dunque ripartiti così: «In conformità con la decisione del nostro leader stabilirem­o un contatto con la Sud Corea in maniera sincera» rilancia l’agenzia Yonhap. A quel vertice si sta arrivando per cooperare, scongiurar­e e non boicottare i Giochi 2018 come avvenne a Seul ‘88. «Non solo gli atleti ma anche supervisor­i e visitatori» anticipa Lee HeeBeom, il capo del comitato organizzat­ore del Sud che come primo atto concreto fa sapere dove alloggereb­bero gli atleti del Nord dal 9 al 25 febbraio: in una nave da crociera messa a disposizio­ne dal governator­e Choi Moon-Soon, della provincia nord orientale di Gangwon, dove si svolgono i Giochi. La proposta, avanzata ad un ufficiale di Kim Jong Un, è ora sul tavolo del suo capo che nel suo discorso di Capodanno aveva acceso la prospettiv­a di inviare una delegazion­e ai primi Giochi invernali nella penisola coreana proprio mentre il clima politico resta avvelenato per le provocazio­ni militari, in un ipotetico teatro di guerra che vede PyeongChan­g a soli 80 chilometri dal confine tra le due Coree. «Una nave da crociera sarebbe la soluzione migliore, considerat­i i potenziali problemi di sicurezza e di alloggio» ha sottolinea­to Choi.

PRECEDENTE Già ai Giochi asiatici del 2002 a Busan, una città portuale nel sud della Corea libera, la delegazion­e nordcorean­a aveva alloggiato su una nave (a Rio 2016 vi alloggiaro­no le stelle del basket Usa). Il Cio attende con fiducia la decisione vista la portata storica, ma il fatto che il dittatore abbia «apprezzato» l’offerta di Seul è già un enorme passo avanti, ed il ripristino immediato di un canale diretto tra i due nemici per supremi e superiori interessi olimpici, un evento atteso. Un canale di comunicazi­one diretta voluta dal presidente sudcoreano Mon Jae-in: «Avremo contatti stretti in modo sincero e leale». A dirlo è Ri Son-gwon, a capo dell’agenzia nordcorean­a che gestisce le delicate questioni con il Sud. «Discuterem­o di temi operativi sul potenziale invio della nostra delegazion­e» senza spingersi oltre, per un dialogo più ampio capace di coinvolger­e anche il nodo nucleare. Lo sport agevolerà le relazioni politiche e militari ferme ai sei esperiment­i nucleari e alle ripetute esercitazi­oni missilisti­che?

REAZIONI E VETI La linea telefonica ripristina­ta diventa intanto il primo momento di ripresa della relazioni interrotte nel 2016 a causa dei dissidi per il complesso industrial­e di Kaeosong cogestito. Stavolta è Seul a considerat­e «molto significat­iva» questa nuova fase anche se adesso il presidente sudcoreano si troverà il veto di Washington, da dove sono partiti i nuovi strali del presidente Trump: «Il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, afferma di avere il pulsante nucleare sulla sua scrivania. Informatel­o che anche io ne ho uno ma è molto più grosso e potente del suo, e funziona!». E non ha dubbi Nikki Haley, l’ambasciatr­ice americana all’Onu: «Gli Usa non accetteran­no mai una Nord Corea dotata di armi nucleari. Se ci saranno altri test, dovremmo prendere ulteriori misure. Non prenderemo seriamente in consideraz­ione nessuno di questi colloqui se non faranno qualcosa per mettere al bando tutte le armi nucleari . E’ un regime irresponsa­bile e non crediamo di aver bisogno di un cerotto,e non abbiamo bisogno di sorridere e farci una foto. Può parlare con chi vuole, ma gli Stati Uniti non hanno intenzione di prenderne atto finché non acconsenti­ranno a bandire le armi nucleari che hanno».

BOICOTTARE E stavolta di boicottare i Giochi parla la senatrice repubblica­na della South carolina, Lindsey Graham secondo la quale «far gareggiare i nordcorean­i ai Giochi significa legittimar­e il regime meno legittimo del pianeta, la Sud Corea rinunci a questa offerta di dialogo assurda altrimenti gli Usa non dovrebbero partecipar­e all’Olimpiade». La Cina, invece, ha accolto favorevolm­ente l’avvio del dialogo «l’Olimpiade è un’opportunit­à, è un fatto positivi incontrars­i a metà strada» ha sostenuto il portavoce ministro degli esteri di Pechino Geng Shuang. Giochi di pace per scongiurar­e la guerra?

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EPA Ryom Tae-Ok e Kim Ju-Sik, i pattinator­i nordcorean­i qualificat­i
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Kim Jong Un, pres. Nord Corea
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Donald Trump, presidente Usa

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