La Gazzetta dello Sport

RULLO JUVE RABBIA TORO

Allegri domina: Douglas Costa segna, Mandzukic raddoppia e scatena Mihajlovic contro Doveri che consulta la moviola per l’intervento di Khedira su Acquah ma non cambia giudizio Semifinali con andata e ritorno: Juve-Atalanta e Milan-Lazio

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A TORINO

F ra le prime quattro della classifica del campionato, soltanto la Juventus non ha abbandonat­o la Coppa Italia. È la conferma della voracità bianconera: la rosa rigogliosa va utilizzata nella sua globalità, l’abitudine all’impegno multiplo evita i cali. Anche se si stratta di un derby, pure questa partita è logica e coerente: si notano a occhio nudo i 22 punti di distanza in campionato, come si vedono al primo sguardo certe rotondità dopo le feste. Douglas Costa però a Capodanno avrà brindato a acqua e vitamine, nota bevanda brasiliana, perché è imprendibi­le negli sprint e gustoso come un artista di strada. Segna, costruisce inviti da gol e applausi, oltrepassa i granata con il petto e con i tunnel. Il migliore, per distanza.

GOL E POLEMICHE Le occasioni della Juve sono una decina, quelle del Toro soltanto due e nei primi 17 minuti. Ma forse Madama si è stancata di venir accusata di spietatezz­a, quindi il risultato resta aperto fino al 67’. Il successo è netto e meritato, però le due reti nascono da rimpalli e sulla seconda di Mandzukic c’è un precedente fallo di Khedira su Acquah. L’arbitro Doveri va anche a controllar­e il video, ma la Var non lo convince e convalida fra le proteste, con Mihajlovic espulso.

I MOTIVI La Juventus ora incontrerà l’Atalanta, senza più gli agguati della partita secca. Gasperini è uno stratega eccelso, dovrà combattere con il vezzo bianconero di rincorrere tutta la gloria, nello specifico la quarta Coppa Italia consecutiv­a. Certo che le risorse sono diverse. Perché la Juve, in questo scontro, può permetters­i di lasciare in panchina anche Higuain e sistemare Dybala centravant­i vero con Mandzukic a sinistra e Costa a destra. È un 4-3-3 puro ed elastico perché poi Dybala non resta piantato nel monolocale centrale, ma arretra più da trequartis­ta che da falso nove, facendo stringere Mandzukic (4-3-1-2). Al croato però manca la velocità nello spazio per la chiusura sotto porta, quindi i balletti rapidi ed efficaci appartengo­no sempre più a Costa. Quando si invoca un centravant­i vero, perché anche Dybala non trova il colpo del raddoppio, ecco che Mandzukic non sbaglia sull’assist involontar­io di Baselli. Il Toro patisce troppo sui lati: in tre a destra non ingabbiano Asamoah, che ispira la prima rete, e non schermano gli aiuti di Matuidi. Gli juventini attirano gli avversari sul quel fianco e poi lanciano sull’altro, scoperto. Se però il passaggio conclusivo tocca a Sturaro, l’azione va persa. Dalle sue parti il Torino poi ricava le uniche due occasioni del match e Allegri fa entrare Lichtstein­er dopo l’intervallo. Va bene cercare di fornire il ritmo partita anche a chi gioca poco, però causa anche una botta al ginocchio l’allenatore cerca rimedio. Con lo svizzero la Juve acquista sicurezza e un’alternativ­a adeguata quando Costa rifiata. Anche Marchisio non ha i tempi adatti e viene sostituito da Khedira.

TORO A SECCO Il Torino potrebbe chiedere di derubricar­e il derby a partita normale, tanto è anche l’unico in Italia che non si gioca nello stesso impianto. Soffrirebb­e meno, prima; si arrabbiere­bbe meno, durante. Negli ultimi 25 scontri con la Juve ha vinto soltanto una volta e questa è la sconfitta numero 19. La stracittad­ina potrebbe diventare «incontro tra la squadra che ha lo stadio a sud contro quella che lo ha a nord». Una sigla generica, come un farmaco di cui non fanno pubblicità; un match normale, per recuperare l’epica di qualche decennio fa, quando il cuore Toro imponeva la differenza, dopo averla annullata. In questo periodo granata sono talmente disastrati che Mihajlovic non ha dubbi di turnover: gioca chi ce la fa, poiché mancano fra gli altri Belotti e Ljajic, Barreca, Ansaldi e Edera. Il solo cambio riposante è quello del portiere: Milinkovic, immobilizz­ato nelle uscite, è più brillante nelle acrobazie o nei rilanci: uno diventa un passaggio gol per Niang che tira sul palo, sarebbe stato il pareggio. Prima Berenguer spreca con una conclusion­e orribile un regalo di Sturaro: tutto il Toro d’attacco, sistemato a 4-3-3, si riassume in queste due scene. Quello di difesa invece annaspa in un 4-1-4-1 che lascia tante libertà, e poi anche il tentativo di far seguire a uomo Pjanic (4-4-1-1) destinando­gli Baselli, dura poco. Troppi granata senza cattiveria agonistica, rassegnati all’impossibil­ità dell’impresa. Non è un carattere da Toro.

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 ??  ?? Sinisa Mihajlovic si scatena contro l’arbitro Doveri. A destra, Douglas Costa e Mandzukic, uomini decisivi
Sinisa Mihajlovic si scatena contro l’arbitro Doveri. A destra, Douglas Costa e Mandzukic, uomini decisivi
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LAPRESSE La gioia della Juventus dopo il raddoppio segnato da Mandzukic: i bianconeri in semifinale affrontera­nno l’Atalanta
 ?? ANSA ?? Il gol del raddoppio della Juve di Mario Mandzukic, 31 anni
ANSA Il gol del raddoppio della Juve di Mario Mandzukic, 31 anni
 ?? LAPRESSE ?? La rabbia di Sinisa Mihajlovic contro l’arbitro Doveri
LAPRESSE La rabbia di Sinisa Mihajlovic contro l’arbitro Doveri

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