SPALLETTI: «INTER ASCOLTA ICARDI, DATTI UNA MOSSA»
Il tecnico: «Poche reti? Mauro parlerà alla squadra prima dell’allenamento Ausilio e Sabatini come Springsteen e Bono: sul mercato le cantano a tutti»
«Lo psicologo d’eccezione per il gol è Mauro Icardi, anzi domani (oggi, ndr) farà lui il discorso ai compagni prima della rifinitura e troverà la soluzione per poi fare gol a livello di squadra». Luciano Spalletti sembra vivere con grande serenità il momento no dell’Inter e parlando con Mediast Premium responsabilizza il capitano in vista di Firenze. Icardi in effetti ha la fascia al braccio e fare gol è sempre stato il suo pane. Si è però inceppato nelle ultime tre uscite e vuole rifarsi in quel Franchi da cui l’anno scorso uscì col pallone che spetta ai triplettisti ma anche con un muso lungo così per l’harakiri (da 2-1 a 2-5 in 17’) che costò la panchina a quel Pioli che ora allena proprio i viola. «Stiamo pensando alla Fiorentina dal giorno di San Silvestro – prosegue Spalletti –, anche perché quest’anno il calendario ha giustamente riempito ogn i spazio in un momento di festa per la gente».
BILANCIO E PSICOLOGIA Inizia il girone di ritorno e il tecnico fa a modo suo il bilancio dell’andata: «Ho fatto gli stessi punti dell’anno scorso, ma devo ambire a qualcosa di più. Quindi non sono contento del mio lavoro. Nel fare una valutazione guardo se riesco a tirare fuori il massimo da ciò che ho a disposizione. Abbiamo fatto bene, con grandi numeri, ma abbiamo a disposizione ancora qualcosa in più. Bisogna ottimizzare la nostra forza, nel ritorno dobbiamo darci una mossa». Anche perché appunto sui risultati di dicembre pesa quell’unico gol (dello «psicologo» Icardi all’Udinese) negli ultimi 600 minuti di gioco. «Premesso che abbiamo provato i tiri in porta ma a quelli della villa sopra la Pinetina non è arrivato nessun pallone – scherza Spalletti –, ora si vuole dare la colpa a un problema psicologico. Io però starei più leggero perché se andiamo a toccare tasti simili poi ci vogliono specialisti in tutti i campi».
MERCATO E... CONCERTO Visto che è scattata ieri la finestra di mercato invernale, inevitabilmente all’allenatore viene chiesto del mercato. Anche perché, psicologia a parte, il problema recente dell’Inter sembra legato all’assenza di ricambi all’altezza dei titolari. Soprattutto dalla cintola in su. «Se mi aspetto dei regali dal mercato di gennaio - spiega Spalletti, che su questo tema va sempre interpretato -? No, non mi aspetto niente e non mi incatenerò ai cancelli della Pinetina se non dovesse arrivare nessuno. Penso di avere una squadra forte, poi abbiamo due direttori forti e se arriverà una possibilità di andare a concludere un’operazione che ci avvantaggi, lo faranno. Loro sono il Bruce Springsteen e il Bono Vox del mercato: la suonano e la cantano a tutti». Prima del Sassuolo il tecnico aveva paragonato gli uomini mercato a Icardi e Perisic per la capacità di fare gol. Da quel giorno i due sono all’asciutto. Buon per il Boss e Bono che non seguano le nostre vicende pallonare. «Non so poi quanto potrebbero fare comodo dei nuovi giocatori – conclude il tecnico –, nel senso che noi abbiamo le soluzioni per tutto. Siamo già comodi così, è chiaro che se poi succedono cose straordinarie in qualche posizione dovremo inserire qualche altro giocatore. Ma a livello numerico, perché a livello qualitativo abbiamo le potenzialità per fare bene. Se poi arrivasse qualcun altro e si riuscisse a completare la rosa, va bene». Due giorni fa aveva detto che avrebbe nascosto i cartellini dei suoi per evitare che partano. «Il discorso è che fino a che i giocatori sono in scadenza – chiarisce – i procuratori determinano se firmare nuovamente oppure no un contratto. Quando invece i calciatori sono sotto contratto siamo noi che decidiamo se tenere i giocatori o meno: per cui noi agiremo in perfetta sintonia con quelle che sono le necessità dell’Inter».
CHAMPIONS Chiusura su Suning e Champions: «La proprietà ha a cuore le sorti dell’Inter e dà continuità alla storia dei grandi presidenti nerazzurri: ha potenzialità e amore verso questi colori. Steven Zhang è competente e vive qui perché vuole migliorare l’Inter. Mirino sul ritorno in Champions? L’obiettivo del 2018 è quello di vedere sempre allo stadio 65mila persone e se lavoreremo bene a volte ne vedremo anche 80mila. I tifosi saranno determinanti per il nostro risultato finale». Vero, ma i gol lo saranno ancora di più.