SILVA, BIGLIA E KALINIC... RISCATTO MILAN?
Silva, Kalinic e Biglia, pagati 80 milioni, sono stati criticati. Il 2018 è l’anno del riscatto
Meglio partire da una premessa indispensabile, in modo da sgombrare il campo dagli equivoci: Gattuso li inserisce tutti e tre nell’elenco dei giocatori principali. Quindi non cedibili, e quindi da riportare il più rapidamente possibile ai loro livelli. Il ragionamento del tecnico rossonero è semplice e ineccepibile: se gli abbiamo visto fare certe cose, è perché ne sono in grado. Basta trovare la chiave per rimetterli in moto.
TRIO Se lo augura Rino, e oltre ai diretti interessati se lo augura anche la dirigenza perché André Silva, Nikola Kalinic e Lucas Biglia sono tre dei nomi più pregiati che hanno illuminato l’ultima estate rossonera, dove pregiato è un aggettivo bivalente: nel valore in campo e in quello del cartellino. Messi in fila, fanno 80 milioni tondi. Come il numero di buoni motivi per rimetterli in condizione di fare il loro mestiere come sanno. André, Nikola e Lucas non hanno ingranato, alternando tutti momenti piuttosto interessanti a interminabili settimane di buio più o meno assoluto. Gli alibi ovviamente non mancano, tra chi non conosce il calcio italiano, chi ha faticato a entrare nei meccanismi tattici e chi è stato frenato da infortuni e pessima condizione fisica. Alibi incontestabili, che però si scontrano – per dirla molto brutalmente – con i milioni spesi. In poche parole: uno degli obiettivi primari di Gattuso per l’anno nuovo sarà valorizzare i nuovi arrivati, che ormai tanto nuovi non sono più. Restano cinque mesi per dare concretezza alla loro stagione e in un certo senso sono ragazzi fortunati: se riusciranno a sbloccarsi adesso, lo faranno nel momento decisivo.
A SECCO La retta via è indicata chiaramente da Calhanoglu, un altro che fino a poco tempo fa vagava nel girone dei dispersi. Poi l’ingresso nel derby e con la Fiorentina hanno mostrato un giocatore sulla via del recupero. In campionato il caso più emblematico è senz’altro quello di Silva. Gattuso fra i muri di Milanello fa capire esattamente le stesse cose che faceva capire Montella: André ha una tecnica divina, ma è ancora acerbo. Comunque, lo è per il campionato italiano. Anche sotto l’aspetto mentale. Ricordate il famoso «inzaghiarsi»? Gattuso però lo aspetterà e si dice certo che il portoghese darà un contributo importante quando i punti saranno ancora più caldi. Certo, mettere a confronto André con lo scorso campionato fa tristezza: a fine anno il Porto poteva già contare su 10 gol, oltre a più del doppio dei minuti in campo. Il Milan invece aspetta ancora il primo squillo nel nostro torneo, mentre in Europa – 8 centri – per fortuna va decisamente meglio (un anno fa, però, Silva ne aveva fatti anche 5 in Champions).
METÀ BOTTINO Restando nelle zone avanzate, è povero pure il piatto in cui mangia Kalinic. Che rispetto al portoghese ha giocato il doppio, ma è fermo a quota 4. Un dato secco per capire: a fine 2016 a Firenze ne aveva fatti il doppio (in campionato, perché sommando l’Europa League era già a quota 12). Fino a questo momento la squadra non lo ha messo in condizioni particolarmente agevoli, e lui ci ha messo (ampiamente) del suo, mancando diverse occasioni molto favorevoli. Il punto più basso è stato toccato durante lo 0-0 col Torino, quando San Siro lo ha massacrato di fischi e lui l’ha presa maluccio. Anche in questo caso, però, Gattuso lo ritiene assolutamente funzionale alle esigenze di squadra e Nikola, nonostante l’assedio di Cutrone, per ora resterà il titolare della cattedra.
DISCONTINUO Biglia invece negli ultimi tempi è costretto a fare il precario, ma anche qui vale lo stesso discorso dei compagni: l’allenatore intende assolutamente riportarlo sui livelli di inizio campionato. Lucas si è smarrito soprattutto fisicamente, fermato da due-tre infortuni non gravi, ma sufficienti a spezzargli il ritmo. Il Milan attende ancora il suo primo gol in rossonero e soprattutto quella personalità capace di mandare in porta gli altri.