La Gazzetta dello Sport

ERA RIGORE PRO CAGLIARI PROTOCOLLO FRENA LA VAR

- di FRANCESCO CENITI

Un mani in area di Bernardesc­hi, a pochi minuti dalla fine, giudicato involontar­io da Calvarese scatena le proteste del Cagliari e alimenta le domande polemiche sull’uso (o non) della Var. L’azione: Padoin crossa e Bernardesc­hi intercetta la palla saltando con le braccia larghe. La distanza tra i due giocatori è ampia, il movimento molto sospetto: insomma, tocco punibile. L’arbitro, invece, lo valuta involontar­io e lo spiega in modo deciso ai rossoblù. Segue conciliabo­lo col Var che per prima cosa deve stabilire se la deviazione è in area (lo è, proprio sulla linea), poi Banti chiede al collega in campo se ha visto bene il tocco e come lo ha interpreta­to. E qui occorre rispiegare ancora una volta il protocollo Ifab, barriera invalicabi­le per chi sta al monitor: sulle valutazion­i soggettive (come la questione volontario-involontar­io) la Var ha mani legate e non può costringer­e a rivedere l’episodio. Per farlo deve rilevare un «chiaro errore», come può esserlo una parata o uno «schiaffo» alla palla clamoroso, ma non un tocco per quanto ci sia la sensazione del rigore (come accaduto con Mertens in Crotone-Napoli). Pure sul gol della Juve sbaglia Calvarese a non fischiare la sbracciata aerea di Benatia su Pavoletti, ma poi la palla resta al Cagliari che la gioca in zona d’attacco, perdendola. E la nuova azione non può mai essere oggetto di Var, così come la Juve era legittimat­a a giocare con l’avversario a terra perché spetta all’arbitro fermare il gioco (per possibile grave infortunio o colpo alla testa). Sul resto, ok il gol tolto a Benatia: fuorigioco.

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SKY La sbracciata di Benatia e Pavoletti: fallo non visto

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