Zenga: «Pessimo il coro su mia madre Noi salvi al 200%»
«Abbiamo perso per una carambola. La Var? Va mostrata anche alle panchine»
San Siro può essere un dolcissimo ricordo, fino al 1994 di sicuro: Zenga ha festeggiato qui uno scudetto, una Supercoppa Italiana e ancora la Coppa Uefa vinta sul Salisburgo. Nel palmares dell’Uomo Ragno, altro titolo conquistato da interista, c’è anche l’Uefa del 91, sollevata però da ospite nello stadio della Roma. I ricordi di un’altra vita, quella da allenatore, sono meno piacevoli: a Milano Zenga è stato ricevuto due volte, una con il Catania nel 2008 e l’ultima ieri con il Crotone. Dieci anni dopo la stessa fotografia: allora segnò di testa Kakà su angolo di Pato, stavolta Bonucci da corner di Calhanoglu. Un dettaglio fa la differenza e rende ancora più amaro il precedente: il Crotone di Zenga battuto da un solo gol arrivato per un errore del portiere, Cordaz, per il resto impeccabile. L’altra amarezza arriva usciti dal campo e salendo su per gli spalti: come ogni avversario di passato e fede interista l’allenatore è stato accolto dalla Sud con fischi e cori non esattamente di benvenuto. Uno però è risultato particolarmente sgradito: «Non mi aspettavo un’accoglienza diversa, sono interista e contento di esserlo. L’unica cosa che trovo di dubbio gusto è il coro su mia madre, che è morta. Ma facciano pure, mi dà ancora più soddisfazione aver fatto parte di una grande era nerazzurra. E’ peggio l’indifferenza, significa che non conti nulla».
200 In campo il Milan ha invece avuto un grande riguardo per il Crotone: «Alla salvezza credo al 200%. Non sono bravo in bici come Nicola quindi non so cosa farei. Intanto penso al lavoro e chiedo alla squadra maggior concretezza. Abbiamo perso per una carambola». L’ultimo suggerimento non è per i suoi ma ben più esteso: «Non ho mai criticato la Var. Semmai ho proposto di dare anche alle panchine la possibilità di guardare cosa accade, è una cosa che riguarda tutti gli allenatori».