Roma ai piedi di Luca&Daniele Giornata speciale a casa Braidot
En plein tricolore dei gemelli goriziani. Il vincitore: «Io primo nel momento meno atteso»
Luca e Daniele Braidot sono talmente uguali che per distinguersi hanno pensato di infilarsi al collo due medaglie di colore diverso. Luca oro, Daniele argento: primo e secondo nel campionato italiano di cross, che ha vissuto ieri la sua giornata clou all’Ippodromo delle Capannelle di Roma. Una bella favola sportiva: i due gemelli di Mossa (Gorizia), classe ‘91, che dominano la categoria élite e si abbracciano sul podio, come se fossero allo specchio. Non è la prima volta: successe pure ai Tricolori 2016 di mountain bike, ma a parti invertite. Allora i Braidot Twins arrivarono in parata dopo una fuga a due. E fu Daniele a tagliare per primo il traguardo.
ASSOLO Stavolta il romanziere ha risparmiato l’epilogo da libro Cuore. Luca è rimasto tutto solo sin dalle prime battute – approfittando anche dei guai di Gioele Bertolini, il campione in carica fermato da due salti di catena – e ha imposto alla gara un ritmo indiavolato. Su un percorso velocissimo, in cui stare a ruota significava risparmiare energie preziose, il ragazzone dei Carabinieri (che brindano al primo tricolore nel ciclismo) ha preso invece vento in faccia dal primo metro, completando un numero di raro coraggio. Il quadretto di famiglia si è ricomposto solo dopo il traguardo, quando il fratello, sfruttando un contatto tra Bertolini e Fontana, ha preso lo slancio per arrivare 2° a 27’’, con Fontana, stella un po’ appannata del team Bianchi Countervail, che ha fallito l’ottavo titolo, ma non l’undicesimo podio in 12 anni.
GIOCO DI SQUADRA Mentre le altre categorie hanno fatto il copia-incolla della maglia tricolore (Eva Lechner si è confermata tra le élite, così come Dorigoni e Teocchi negli under 23, e Fontana nei juniores; solo la junior Alessandra Grillo ha centrato il primo trionfo nella categoria), Luca è stata la vera sorpresa del pomeriggio romano. «Ho inseguito questa vittoria a lungo – racconta – con il terzo posto nel 2015 e nel 2017. È arrivata nel momento meno atteso, quando si pensava che Bertolini fosse insuperabile. Nel secondo giro, ho visto che Gioele era appena rientrato e Fontana si era attardato, così mi sono detto: “Ora o mai più”. Daniele dietro mi ha coperto, abbiamo fatto gioco di squadra. Non avevamo un piano: ci siamo intesi senza guardarci. Ho dato tutto e nel frattempo pensavo all’ultimo campionato italiano di cross country, quando ho fatto lo stesso numero ma Kerschbaumer mi ha fregato nel finale. “Non c’è nessun Kerschbaumer stavolta”, mi sono detto. Non mi hanno più preso».
MOTO Luca non ha il palmares di Marco Aurelio Fontana, né la sfrontatezza vincente di Gioele Bertolini. Però, come il gemello Daniele, è la certezza acqua e sapone del nostro fuoristrada. Campione italiano 2014 di cross country, due anni prima del fratello, nella mountain bike ha frequentato più volte la top 10 di Coppa del Mondo, fino al 7° posto dell’Olimpiade di Rio: miglior azzurro, alla prima esperienza. «Anche quest’anno la mia stagione ruota attorno alla mountain bike – conferma Luca –: la preparazione è iniziata tardi e non pensavo certo di avere questa condizione». Una curiosità non scontata: tra lui e Daniele il feeling regna sovrano, mai un litigio. E, quando parla, Luca usa sempre il “noi”: «Ci chiedono sempre chi sia il più forte dei due, ma non c’è una risposta. Stavolta ho vinto io perché lui mi ha aiutato: alla prossima occasione restituisco il favore. Ci alleniamo insieme, soprattutto con la moto da enduro, passione ereditata dal papà. Sì, stavolta si può dire che siamo andati come una moto».
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