JUVE LO SCATTO CHE SCOTTA CENITI, DALLA VITE, DELLA VALLE, VELLUZZI, VERNAZZA
I bianconeri vincono con Bernardeschi (1-0) Furia Cagliari: Calvarese e Var nel mirino E Dybala si fa male: Champions a rischio
Come era prevedibile, Napoli e Juve se ne vanno a braccetto verso il volatone scudetto. Strette strette, divise da un solo punto. Qualche problema ha avuto il Napoli capolista nel pomeriggio contro il Verona, qualche difficoltà la Signora inseguitrice in serata alla Sardegna Arena, ma i pronostici sono stati rispettati. A Cagliari decisivo Bernardeschi, riserva d’alto bordo della squadra di Allegri e potenziale elemento di differenza nella corsa col Napoli. Un cambio di questo livello Sarri non ce l’ha. Bernardeschi ha colpito un palo e si è fatto trovare lucido e sveglio sul cross basso di Douglas Costa, altra riserva (si fa per dire) di gran pregio.
MANCA UN RIGORE Bernardeschi è stato anche protagonista del caso arbitrale di giornata. Su un cross – si era già sullo 0-1 – l’esterno bianconero ha toccato col braccio in area. L’arbitro Calvarese ha giudicato non punibile l’intervento e si è limitato al controllo via audio col «varista» Banti. Non ha ritenuto di andare al video e questi mancati controlli delle immagini sfuggono alla comprensione di milioni di tifosi, al di là di ogni protocollo d’uso della tecnologia. Perché non dare un’occhiata? Si eviterebbero malintesi e complottismi. La gente allo stadio ha invocato il gesto della Var ed è dura spiegare perché Calvarese non si sia avvicinato al monitor. Il paracadute video non è stato aperto e al Cagliari è stato negato il rigore del possibile 1-1. FLUIDITA’ Allegri ha confermato di essere diventato uno dei maestri del calcio fluido, non ancorato a schemi fissi. Da tempo i suoi sistemi di gioco si prestano ad interpretazioni e capita di intravvederne più di uno nell’arco di una stessa partita. A Cagliari per esempio la difesa a quattro è stata abbastanza relativa. In possesso palla, nelle uscite dal basso, la Juve si dispiegava a tre e fin qui la squadra si muoveva nei canoni del già visto. Meno consueto che in non possesso Barzagli, Benatia e Chiellini si stringessero, col secondo nelle vesti del vecchio libero. Difficile resistere alla tentazione di rivedere tra le onde del mar di Sardegna una nuova edizione della vecchia BBC, con Benatia al posto di Bonucci. Il risultato è stato una girandola di moduli e, per comodità e facilità di comprensione, abbiamo ingabbiato la Signora dentro l’abito del 4-41-1, anche se l’ultimo vestito indossato nella notte cagliaritana è stato l’accollatissimo 5-3-2 conclusivo, con cui la Juve ha blindato i tre punti.
LEGNI La Juve avrebbe potuto schiodarsi in fretta dallo 0-0, ma non è stata fortunata: traversa di Dybala su punizione e il palo scosso da Bernardeschi di cui si è detto. Su questi legni la Signora si è un po’ seduta, forse nell’inconscio pensava di trovarsi davanti a una discesa. Mai sottovalutare nessuno. Il Cagliari ha approfittato del peccato di superbia degli juventini e per fortuna di Allegri si è attivato Super Szczesny, fantastico su un colpo di testa di Pavoletti e nel deviare sul palo un tiro di Farias. In pochi minuti il Cagliari ha pareggiato il conto delle grosse occasioni e ha legittimato lo 0-0 con cui si è andati all’intervallo.
PRESUNZIONE Il Cagliari ha tenuto botta, forte di una catena difensiva a tre-cinque e di due interni di centrocampo, Barella e Ionita, sfrontati nell’aggredire e nel ripartire. Il piano di Lopez funzionava, ma a un certo punto l’allenatore si è mostrato un filo presuntuoso: ha tolto Io-
Buona prova dei sardi che contestano l’arbitro. Juve, due pali. L’argentino si infortuna