E’ il Rinascimento azzurro in gigante Finalmente Goggia «Sono commossa come la prima volta»
E’ terza, torna sul podio in gigante dopo 293 giorni «Devo sistemare la tecnica, l’atteggiamento è giusto»
Via i cattivi pensieri, via le insicurezze tecniche, via l’ansia dell’Olimpiade che si avvicina. Sofia Goggia è di nuovo gigante, di nuovo sul podio della specialità che le ha regalato il bronzo ai Mondiali di St. Moritz e che più l’ha fatta penare in questo inizio di stagione che sognava diverso. Alla fine è terza sulla pista di Kranjska Gora che non aveva mai affrontato, terza dietro a Mikaela Shiffrin e Tessa Worley che, a posizioni invertite, le avevano fatto compagnia sul podio mondiale 11 mesi fa. «Mi sono commossa, lo ammetto — racconta Sofia, al 16° podio in carriera, il terzo della stagione dopo i due in superG a Val d’Isere - questo è un podio voluto, inseguito, sudato. Mi fa felice quasi come il primo in gigante, a Killington la stagione scorsa. E’ stata un’emozione intensa».
RINASCITA Da Soelden in poi, nulla è andato secondo i piani per la Goggia, da quella uscita al ginocchio sinistro uscito ammaccato: nei tre giganti successivi erano arrivati un quindicesimo e due sedicesimi posti, con il solo lampo della prima manche a Lienz. «Non sono ancora al meglio - dice ora, che è tornata sul podio in gigante 293 giorni dopo l’ultimo, ad Aspen -, il mio livello è questo e in gigante devo fare ancora tanto lavoro, mi do un voto positivo per l’atteggiamento. La rimonta della seconda manche, molto dritta, stretta, intensa, è grazie al fatto che l’ho azzeccata. Soprattutto sul finale ho fatto la scelta giusta: vado verso il palo e subito dopo tolgo lo spigolo». Così ha recuperato 4 decimi a tutte ed è risalita dall’8° al 3° posto, con il quarto tempo di manche su una pista messa all a prova dalla pioggia. «Mi manca ancora la tecnica nelle gambe, a Tarvisio ho fatto 8 giri di gigante il primo giorno e 4 giri di slalom il secondo: così sono andata dalle stalle a quasi le stelle. Non voglio perdere questa causa, dopo una stagione come la scorsa con i bronzo in gigante e il terzo posto nella coppa di specialità, ho imparato che nulla è scontato. Ma non mi tiro indietro nel lavoro. Dopo Courchevel ho parlato con Rulfi e gli ho detto: “Non mi sento come l’anno scorso”. Io so sciare, mi bastano tre cose, per questa gara mi sembra di aver sistemato gli appoggi, l’entrata in curva e la profondità: mi sembra di aver riacceso la macchina che si era ingolfata. La voglia di lavorare non mi manca, io riesco a sopportare volumi importanti di lavoro, mi sono preparata per questo». Di certo le sicurezze sono cambiate, quando al cancelletto della seconda manche il suo skiman Fede Brunelli le ha detto: «Sarà remuntada come a Killington? (là risalì dal 14° al 3° posto)». Sofia ha risposto: «Può essere».
LA GARA La rimonta è riuscita per quel tratto finale tirato come nessuna, mezzo secondo meglio di quel fenomeno della Shiffrin, 4 decimi sulla Worley, 39/100 meglio di Federica Brignone, sesta alla fine dopo il quinto posto della prima manche: «Secondo me nella seconda manche — ha commentato la Brignone, alla fine a 7/100 dal podio dopo il successo di Lienz — non era un tracciato da gigante, io comunque non sono riuscita ad ottenere quello che volevo. Ho commesso un errore di valutazione nella parte finale della prima manche». La più veloce nella seconda è stata Estelle Alphand, figlia di Luc che ha scelto di gareggiare per la Svezia, il Paese della mamma. E’ uscita Manuela Moelgg, si è incartata Marta Bassino, alla fine 23a a pari merito con Irene Curtoni.
FENOMENO La Shiffrin incrementa la sua collezione e ora è a metà strada rispetto alla Vonn (39 a 78). Da metà dicembre, dalla tappa di Coppa a Courchevel, ha vinto tutte e tre le gare del 2018, sei delle ultime 7, solo Federica Brignone è riuscita a interrompere la serie nel gigante di Lienz. La statunitense è già a 1181 punti nella classifica generale, la stagione non è ancora arrivata a metà e oggi nello slalom sulla Podkoren parte ancora da favorita. Per raccogliere il sesto successo in gigante le è bastata una prima manche da extraterrestre. Ha lasciato le avversarie a oltre un secondo, ad eccezione di Tessa Worley, seconda a 86/100 e alla fine avvicinatasi fino a 31/100. Ha pagato un errore all’inizio della seconda manche – è andata larga in una porta -, e confermato la forza mentale che le consente di superare tutto: ha continuato senza problemi. «Era ghiacciato e mosso, arrivo qui da qualche giorno di influenza gastrointestinale ma non tanto grave da non poter gareggiare». Oggi e martedì, con i due slalom di Kranjska Gora e Flachau, ha già l’occasione per dare il colpo di grazia alla Coppa del Mondo.
A Kranjska vince Shiffrin. Sofia: «Ho riacceso l’auto ingolfata. Lavorare non mi spaventa»