Ci sono 52 buone ragioni per dare fiducia alla Var
Tanti sono stati gli errori arbitrali evitati dall’intervento della video-assistenza. Al netto di lungaggini e sbavature, c’è stata più giustizia
La pancia dei tifosi brontola per le polemiche degli ultimi giorni. Chiacchiere da bar. Ma un approccio più freddo e raziocinante non può che benedire l’avvento della Var nel calcio. Lo dice un numero inequivocabile: 52. Sono le volte che, in questa prima parte del campionato di Serie A, la tecnologia è intervenuta per correggere errori dell’arbitro. Punti tolti e dati, gesti violenti sanzionati. Senza la Var sarebbe stato peggio, molto peggio. Si tratta, beninteso, di una sperimentazione che l’Italia ha accettato con entusiasmo, monitorata dalla Fifa in vista del Mondiale di Russia. E una sperimentazione si presta giocoforza a sbavature, incomprensioni, correttivi in corsa, aggiustamenti. Ma se è ormai tracciata la strada verso direzioni arbitrali più in linea con l’era della «pornografia» televisiva (per dirla con Gian Paolo Ormezzano), allora non si può che andare avanti con la Var.
EPISODI In generale il bilancio italiano – con la Serie A e la Coppa Italia (dagli ottavi) – è positivo. Il numero di errori evitati in campionato, appunto 52, parla da sé. E bisogna aggiungervi le 3 correzioni in Coppa. Si tratta dei casi in cui la video assistenza ha cambiato una decisione presa in campo dall’arbitro evitandogli un errore: o con una presa d’atto dello stesso direttore di gara davanti al monitor posto a bordo campo oppure semplicemente con una comunicazione audio da parte dei video assistenti. In campionato la lista degli errori scongiurati è lunga. Tanto per fare qualche esempio: la gomitata di Bonucci a Rosi (espulsione data) in Milan-Genoa alla 9a giornata; la manata di De Rossi a Lapadula (espulsione e rigore dati) in Genoa-Roma della 14a; il rigore tolto alla Lazio contro l’Inter alla 19a giornata (niente fallo di mano da parte di Skriniar). E diverse sono state le partite con più correzioni: nel 4o turno, in ChievoAtalanta, la Var ha evitato tre errori, togliendo un rigore e un gol all’Atalanta e assegnando un penalty agli stessi nerazzurri. In Coppa Italia l’intervento più evidente è stato nel derby di Milano dei quarti: annullata la rete del vantaggio dell’Inter per un fuorigioco di Ranocchia.
SBAVATURE Certo, non tutto è filato liscio. Ci sono state almeno un paio di sbavature clamorose. Alla seconda giornata, con la tecnologia è stato assegnato un rigore al Genoa contro la Juventus per un fallo di Rugani su Galabinov ma, nel rivedere l’azione, è sfuggito il fuorigioco iniziale del rossoblù. Alla 17a, in Sampdoria-Sassuolo, non è stata segnalata una «parata» di Torreira in area perché i video assistenti hanno ricevuto le immagini fuori tempo massimo. All’inizio, in effetti, i disguidi tecnici e le lungaggini non sono mancate. Difficoltà a reperire le immagini o, più banalmente, a maneggiare gli strumenti, con la conseguenza di perdere diversi minuti per la valutazione di un caso. Ora il meccanismo è più rapido ma c’è anche da dire che, rispetto alle prime giornate, il ricorso alla Var si è ridotto. Tutta una questione di aderenza o meno al protocollo. In certi casi l’uso della tecnologia è stato eccessivo e, via via, ci si è dati una regolata, anche se le incongruenze non sono state risolte. La classe arbitrale ha accettato quella che si può considerare una vera e propria invasione di campo. Lo stesso capo dell’Aia Nicchi ha detto: «Non si torna indietro ma si va avanti per migliorare la Var».
PROSPETTIVE Non a caso, le statistiche italiane fanno comodo alla Fifa di Gianni Infantino per cavalcare la svolta tecnologia, su scala globale. Al netto delle polemiche, molto «provinciali», a Zurigo sono convinti che con la Var il calcio di oggi sia migliore: è probabile che a marzo l’Ifab darà l’ok alla sua introduzione nel Mondiale di quest’anno. D’altronde, dopo la partenza in Italia e Germania, adesso pure i Paesi inizialmente scettici si stanno convertendo alla Var. Gli spagnoli sono venuti da noi a studiare il sistema coordinato da Rosetti: la Liga partirà la prossima stagione, così come la Ligue 1. E proprio oggi ci sarà un test in Brighton-Crystal Palace di FA Cup. Anche gli inglesi si ricrederanno?