La Gazzetta dello Sport

Mareczko, l’uomo con la valigia cerca solo qualità

Da tre stagioni il bresciano della Wilier TriestinaS­elle Italia è l’azzurro che vince di più. Ma 32 volte su 33 all’estero, in piccole corse: dove può arrivare?

- Ciro Scognamigl­io cscognamig­lio@gazzetta.it twitter@cirogazzet­ta

«Ha vinto, però...». «Bella volata, ma...». «Quanti successi, ma andiamo a vedere quali sono...». È da un pezzo che Jakub Mareczko sente l’eco di riflession­i del genere. Sono il frutto dei risultati delle prime tre stagioni tra i pro’ di questo 23enne bresciano di sangue polacco: 33 successi (13 nel 2017, a uno da Kittel e Gaviria) di cui 26 in Cina. E nessuno in una gara davvero top. Anche se l’anno scorso, al Giro, è finito due volte 2° alle spalle di Gaviria.

INTERROGAT­IVI Così nelle orecchie rimbomba l’eco di altre domande: «Quanto è forte Jakub?»; «Dove può arrivare?». La Wilier-Triestina, squadra Profession­al italiana che ieri a Ladispoli (Roma) ha presentato l’organico 2018 alla presenza della venezuelan­a Ivian Sarcos, Miss Mondo 2011, ha due risposte: «Molto» e «Lontano». Lo ha difeso dagli assalti di squadre ben più titolate (sembra che ci avesse fatto un pensiero Sky, per il dopo-Viviani) e gli sta cominciand­o a costruire un treno attorno: lo dimostra l’arrivo di Marco Coledan. Per «Kuba», poi, spendono belle parole anche Alessandro Petacchi, un’autorità in materia di sprint, e Michele Bartoli, che di Mareczko segue la preparazio­ne.

BARTOLI E PETACCHI «Mi piace molto — dice Ale-Jet, che nella prima parte del 2015 fu suo compagno prima di ritirarsi —. Rispetto alla prima stagione, è migliorato in maniera sostanzial­e. È serio, volonteros­o. Logicament­e, è sulla resistenza in salita che deve lavorare di più, ma è ancora giovane. Restare uno-due anni ancora in quell’ambiente può fargli bene, poi potrebbe meritarsi il passaggio in una squadra top». «Può diventare uno dei velocisti più forti del mondo — afferma Bartoli —. Sia detto con cautela, somiglia a Cavendish. Sia sul picco di velocità massima, sia sulla capacità di tenere alta la media negli ultimi 7-8” della volata, Jakub è eccellente. Allenare uno sprinter è la cosa più difficile. Gli equilibri sono sottili, devi lavorare in salita e sulla resistenza senza perdere lo spunto veloce. Ma Jakub assimila bene ciò che fa in allenament­o».

FIDUCIA E il diretto interessat­o che cosa dice? «So che devo alzare l’asticella sulla qualità dei successi, anche diminuendo­ne la quantità — spiega Mareczko, che debutterà allo Sharjah Tour (Emirati Arabi) dal 24 al 27 gennaio —. Sto lavorando per questo, sarà un anno-chiave. Ci sto mettendo il tempo giusto, anche perché devo sì migliorare in salita, ma non voglio perdere il mio spunto veloce, la mia dote principale». In volata lo rivedremo nella posizione alla Caleb Ewan che aveva mostrato nelle ultime gare 2017: peso spostato in avanti, «pancia» sul manubrio e testa più avanti possibile. «In realtà si era trattato di un ritorno al passato: in una gara tra i dilettanti, Caleb ed io facemmo uno sprint testa a testa e la nostra posizione era quasi uguale. Le misure delle bici cambiano e l’avevo ‘persa’, ora l’ho ritrovata. E vado più forte». La linea del traguardo e l’asticella della qualità dei successi: Jakub sa che dovrà riuscire nella complicata impresa di farle coincidere.

PRIMA USCITA Ieri a Ladispoli la presentazi­one della squadra con Miss Mondo 2011. Jakub: «Per me sarà un anno chiave»

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Jakub Mareczko, quarta stagione con la Wilier Triestina-Selle Italia

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