La Gazzetta dello Sport

Desprès e Barreda danno la scossa

Sabbia della 2a tappa il francese guida la tripletta Peugeot, mentre lo spagnolo vola con la Honda

- Paolo Ianieri LUNEDÌ 8 GENNAIO 2018

Bang, bang, bang! Quando il gioco inizia a farsi duro, il Leone è pronto a ruggire e così, dopo avere lasciato sfogare tutti nel prologo quasi inutile che sabato ha aperto la 40a edizione della Dakar, in quella che è stata la prima vera tappa della maratona motoristic­a più importante e massacrant­e del mondo, la Peugeot ha chiarito subito che la grande favorita a conquistar­e la vittoria sul traguardo di Cordoba è lei. Tre 3008 DKR Maxi ai primi tre posti, con davanti a tutti forse il pilota che meno ti aspetti dello squadrone francese, ovvero Cyril Desprès, che con un tempo di 2h56’51” ha volato sui 267 km di sabbia e dune nella tappa disputata nei dintorni della peruviana Pisco, precedendo per 48” la 3008 gemella di «Mister Dakar», Stephane Peterhanse­l e di 3’08” quella dell’Extraterre­stre Sebastien Loeb.

GUAI È invece mancato parzialmen­te Carlos Sainz, che dopo un buon avvio ha ceduto terreno nella seconda parte della tappa, chiudendo 6° a 13” dai compagni, preceduto dalla Toyota di Giniel De Villiers e dalla Mini di Orlando Terranova. Ma ancora peggio è andata a Nasser Al Attiyah, vincitore del prologo e uno dei grandi favoriti alla vittoria finale. Il principe qatariota ha infatti perso 14’51” da Desprès, complice anche i problemi di salute

del suo navigatore, Matthieu Baumel, che ha iniziato a stare male dopo appena una quindicina di chilometri dal via della speciale. Mentre l’argentino Lucio Alvarez, nei 10 sabato, si è capottato con la sua Toyota, crollando in classifica e l’americano Mike Manzies ha distrutto il suo Buggy in un tratto veloce. BRAVO EUGENIO Ottima giornata invece per Eugenio Amos, italo-canadese marito di Margherita Missoni, che con il suo Buggy 2WD ha ottenuto il 15° tempo di giornata a 25’51” dalla Peugeot di Desprès. Che in classifica generale sale al comando, con un vantaggio minimo di 27” su Peterhanse­l («La

prima tappa era stata un po’ inquietant­e, abbiamo provato a rimettere un po’ a posto le cose»), con De Villiers 3° a 5’44” davanti a Loeb a 6’09”. Al Attiyah è 5° a 12’15”, Sainz 8° a 13’12” e Amos 14° a 26’47”.

BARREDA VOLA L’altro Bang, invece, arriva dalla gara moto, dove Joan Barreda ha mostrato ancora una volta la sua velocità e quella della Honda sulle dune, dominando la tappa (20° successo parziale per lui in carriera alla Dakar) dopo avere battagliat­o nella prima parte con il francese Adrien Van Beveren (Yamaha) , alla fine secondo e staccato di 2’54” dallo spagnolo. Sul podio di giornata sale anche Matthias Walkner, staccato di 4’24” con la migliore delle Ktm, davanti alle Honda di Michael Metge (a 4’39”) e Kevin Benavides (a 5’43”). Seguono poi Pablo Quintanill­a (Husqvarna), a 5’45”, e il vincitore del 2017 e del prologo di sabato, Sam Sunderland (Ktm) a 6’01”.

ITALIANI Costretto a partire dalle retrovie dopo un prologo non troppo esaltante, Alessandro Botturi (Yamaha) ha chiuso la giornata al 20° posto a 20’10” da Barreda, 41° Jacopo Cerutti (Husqvarna), 46° Maurizio Gerini (Husqvarna), 55° Alessandro Ruoso (Ktm).

ANCORA DUNE In generale Barreda balza al comando con 2’30” su Van Beveren, e 4’50” su Walkner, con Sunderland 4° a 5’04” e Quintanill­a 6° a 5’44”. Botturi è 25° a 24’51”, Cerutti risale al 32° posto a 35’56”, Gerini è 43° e Ruoso 45°. Oggi, terza tappa peruviana, ancora tanta sabbia e dune, con la carovana che da Pisco arriverà a San Juan de Marcona, dop un trasferime­nto di 504 chilometri e una speciale di 296.

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AFP G 1. Sam Sunderland (Ktm) solo in un paesaggio da sogno; G 2. Duello tra Peugeot: Carlos Sainz è davanti a Cyril Despres che però vincerà poi la tappa; G 3. Joan Barreda (Honda), vincitore tra le moto
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