TORINO C’È: QUANDO IL BUDGET NON MENTE
L’analisi del budget di una società raramente si presta a interpretazioni personali. Quello di Torino, all’inizio di questa stagione, era di facile lettura: la Fiat veniva catalogata come squadra da quartieri alti, costruita con sapienza da Luca Banchi, bravo non solo ad allenare ma pure a gestire ottimamente qualche mal di pancia per delle idee su alcuni giocatori non propriamente condivise col club. Il primo obiettivo, nel frattempo, è stato centrato, mettendo da parte l’altro, ossia l’aver riportato il grande pubblico al PalaRuffini: l’accesso alle finali di Coppa Italia rappresenta un traguardo molto importante per una società che, giova ricordarlo, ha uno sponsor «ingombrante», che non può certo permettersi stagioni di mediocrità. Nel ritorno di Torino all’evento tricolore ad otto squadre che quest’anno si terrà a Firenze dal 15 al 18 febbraio, c’è da accogliere soprattutto l’ingresso, in tali manifestazioni, di una grande metropoli dopo le assenze di Napoli (ormai da un bel po’) e di Roma. La geografia del nostro basket è piuttosto vivace, il campionato da vertice di Avellino, per esempio, è una piacevole novità ma è innegabile che tante piazze storiche (molte confinate in A-2) manchino ancora all’appello. Nell’attesa, comunque, Torino c’è.