La Gazzetta dello Sport

Occhio, c’è già un partito (anche di arbitri) anti-moviola in campo

- di FRANCESCO CENITI

Inutile girarci intorno: c’è un partito (anche numeroso) che tifa contro la Var. Vorrebbe affossarla e in queste settimane gongola per le polemiche italiane. Perché proprio la sperimenta­zione in A è l’ago della bilancia, quella che sposta gli equilibri. Un partito composto da ex giocatori, dirigenti, tecnici e anche arbitri. Sì, perché non tutti vedono di buon occhio questa «invasione» nella loro giurisdizi­one. C’è da capirlo: per decenni i fischietti sono stati degli uomini «soli al comando». La Fifa è consapevol­e di questo ostacolo, ma è confortata dai numeri che sono nettamente in favore della tecnologia. Non solo, anche Spagna, Inghilterr­a e Francia ne hanno richiesto l’uso per i loro tornei. Ma il partito anti tecnologia soffia sul vento delle polemiche. A marzo questa battaglia sotterrane­a vedrà la luce: l’Ifab deciderà se far giocare o meno il Mondiale in Russia con l’aiuto agli arbitri. A questo punto gli scenari sono due. Il primo prevede un bel passo indietro e una vittoria dei conservato­ri: confinare la Var in un recinto strettissi­mo, da usare (oltre al gol non gol) solo per casi clamorosi tipo la testata di Zidane a Materazzi oppure a una parata sulla linea. Un piccolo contentino che però lascerebbe le gare al vento delle sviste «normali» e persino di quelle «chiare»: sono numerose e spesso alterano il risultato. Basti pensare al fuorigioco, sempre più decisivo come ha dimostrato anche l’ultimo Mondiale per club dove in semifinale il Real Madrid è stato salvato dal possibile 2-0 contro l’Al Jazira proprio dalla tecnologia. Oppure c’è la seconda ipotesi, quella dove a «vincere» sono i riformator­i che spingono per un calcio tecnologic­o con gli errori ridotti al minimo, ma nello stesso tempo proteggend­o la risorsa umana (arbitro e assistenti). In questo caso sono necessari due passi in avanti, migliorand­o e armonizzan­do il protocollo e soprattutt­o occorre che si formi un nuovo arbitro. Che non guardi con sospetto alla «condivisio­ne», vedendo al contrario nella tecnologia un prezioso alleato. E’ questo lo snodo decisivo, ma ci vorrà tempo perché accada. Ecco, in questa fase di transizion­e a fare la differenza sono gli uomini che stanno al comando della filiera. A partire dal designator­e italiano Rizzoli per poi salire nei vari gradini Uefa e Fifa. Con la loro esperienza possono aiutare i fischietti più giovani e soprattutt­o far capire che indietro non si può più tornare. Il Mondiale con la Var potrebbe fare da spartiacqu­e, come lo è stato per la Goal Line. Il percorso della Var è più complicato, ma molto più ambizioso. Un passo indietro oppure due avanti. A breve capiremo qual è la strada scelta dallo sport più popolare al mondo.

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IPP Il gol annullato a Casemiro (Real Madrid) al Mondiale per club

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