La Gazzetta dello Sport

L’ARGENTINO COLIDIO FA MAGICA L’INTER

- BATTAGGIA, POLI, D. COMPAGNONI

Ogni dieci anni arriva nello sci l’atleta che vince tutto, ma quello che stanno facendo Mikaela Shiffrin e Marcel Hirscher è al di fuori di ogni categoria, è al di sopra di ogni impresa.

Ci sono stati nel passato grandi atleti che hanno battuto record e raccolto vittorie a ripetizion­e, penso ad Alberto Tomba, Hermann Maier, la Kostelic, ma Hirscher e la Shiffrin sono ancora a un altro livello. La Shiffrin perché è giovane ma ha già vinto tantissimo, oltre alle vittorie in Coppa ha già conquistat­o un oro olimpico e tre mondiali, domina una gara su tre, non scende mai dal podio. La cosa che mi colpisce dell’austriaco invece è un’altra. Sembrava già impossibil­e quando Marc Girardelli vinse cinque Coppe del Mondo, facendo cinque discipline e distruggen­dosi le ginocchia, Hirscher ne ha già vinte sei e si sta prendendo anche la settima come niente fosse, e non smette mai anche se ormai è un’atleta evoluto.

Tutti e due hanno una tecnica perfetta, sono così centrali e stabili, hanno trovato la posizione ideale per fare sempre velocità. Non arretrano mai, non usano mai la forza all’eccesso. Ne hanno, lo ha dimostrato Hirscher quando si è salvato sul finale del gigante di Adelboden di sabato, ha usato la forza per non uscire. Della Shiffrin mi impression­a sempre la precisione sul palo, quanto passa più vicino delle altre, senza mai perdere velocità, un insieme di talento e tecnica spettacola­re. In più quello che fa la differenza nei due è il carattere, la voglia di vincere sempre, di non accontenta­rsi mai.

Ho conosciuto Hirscher quando è stato ospite dell’hotel dei miei a Santa Caterina. È uno molto riservato, molto sotto pressione, ma fondamenta­lmente è il classico sciatore, uno semplice. E il fatto che dopo anni abbia la conferma di tante vittorie è il segno che è anche un uomo solido, una persona seria, altrimenti avrebbe avuto dei cedimenti. Della Shiffrin mi piace molto il fatto che le sue esultanze sono sempre contenute. Ultimament­e nello sport è come se tutto dovesse essere uno spettacolo. Invece lei è sempre contenuta, non ha mai fatto scene e non lo fa ora, non si è snaturata. È la dimostrazi­one della sua integrità: questo è il suo carattere, preferisce tenere le sue gioie per sé.

In comune i due campioni hanno anche il fatto che lavorano con un team personale, senza però smettere di confrontar­si con i compagni per vedere a che punto sono. Hanno ottenuto un gruppo che lavora soltanto per loro con i risultati. Anch’io ho avuto un team privato, dopo due ori olimpici e dopo gli infortuni era l’unico modo per recuperare, visto che io mi muovevo tra il gruppo di velocità e quello delle prove tecniche. La mia esperienza è positiva, è andata bene. È un lavoro mirato per te, sui tuoi programmi, è una forma di profession­ismo già applicata in tanti altri sport. E anche per loro funziona.

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Marcel Hirscher e Mikaela Shiffrin
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