La Gazzetta dello Sport

JUVE MAI COSÌ MAX

E VI SPIEGHIAMO PERCHÉ

- Matteo Dalla Vite

Duecento vittorie in A, di cui 100 in bianconero su 134 partite: campioni in riga e Signora stregata

Il tecnico incide più delle sue stelle. Ha riacceso la fame, spiazza tatticamen­te, guarisce i mal di pancia: «Un po’ di panchina fa bene e fa correre di più»

Quando arrivò a Vinovo, sembrava dovesse avere lo stesso destino di un gatto in tangenzial­e. Splash. Invece, con il successo di Cagliari, Max Allegri è arrivato a 200 vittorie in serie A di cui 100 sulla panchina della Juventus, la sua autostrada. Passato da una sconfitta col Lucento a due nelle finali di Champions League in tre anni («Ma lì bisogna arrivarci...»), Max ha imposto le leggi della semplicità, della gestione senza ansie, delle geometrie variabili, della pancia vuota e della panca piena. Anche pe rdendo ma cambiando. Non se stesso ma molto la Juve. «A me con ‘sti numeretti mi fate impazzire: gli schemi li fanno i giocatori. Ci divento matto: perché la partita inizia alle tre e finisce a un quarto alle cinque, ma dalle tre a un quarto alle cinque ci sono tante partite dentro una partita». Ricetta: «Il calcio è semplice: basta dare la palla a quello con la stessa maglia...».

GEOMETRIE VARIABILI Il calcio è semplice. Ma a un certo punto ha bisogno di sterzate. Fondamenta­le quella di un anno fa col sistema 5-Stelle e di quest’anno col centrocamp­o a 3. «Io non sono il tipo che pensa 24 ore al calcio, sennò mi fonderebbe il cervello». Ma quando lo pensa, gestisce i momenti. E applica le geometrie variabili. Riguardate­vi la partita ultima, quella contro il Cagliari: una squadra che si muove modulando i lati della scatola; c’è chi ha un involucro preciso e invariabil­e (il Napoli) e c’è Allegri che invece fa anche tre assetti in una sola gara. Non è celebrazio­ne. È evidenza. Al «Sardegna Arena» la sua Juve pareva messa per tutto il primo tempo in tre modi diversi: difendeva a tre secondo un 3-5-1-1, poi spalmava un 4-4-1-1, poi Matuidi saliva e si allargava (come successo già a Napoli) e ti trovavi apparecchi­ato un 4-2-3-1. I numerini lo fanno impazzire ma se in altre squadre è tutto più protocolla­to e fisso, il suo è un calciobali­lla fluido.

«GIOHA» O NO In tutto questo, gioca chi sta davvero bene. Allegri sa domare le stelle. «Un po’ di panchina fa bene e fa correre di più» ha detto recentemen­te. Sorridendo e applicando­la. Fra i tormentoni che lo accompagna­no nelle conferenze stampa c’è la sua serenità nel dire chi gioca e chi no. Molti fanno pretattica. Se ha deciso

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2 Massimilia­no Allegri, 50 anni, alle prese con tre «numeri 10» della Juventus recente G 1 Con Carlos Tevez, che arrivò sotto il «regno» di Antonio Conte e che ha contribuit­o a portare la Juve di Allegri alla finale di Berlino. G 2 Con Pogba, altro...
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