SHIFFRIN MARZIANA DOMINA ANCHE A FLACHAU
Nello slalom di Flachau recupera sulla Schild, terza la Hansdotter. Costazza sesta
Quando Mikaela Shiffrin si presenta al cancelletto della seconda manche, la grafica mostra una statistica impietosa: nelle cinque volte in cui ha chiuso al secondo posto la prima manche di uno slalom, l’americana poi ha sempre vinto. Nei successivi 54 secondi Mikaela mostrerà al mondo il significato di quel dato: anche nella notte di Flachau, come nelle altre occasioni, divorerà il tracciato del suo tecnico Mike Day con una sciata limpida e leggera, quasi programmata, senza sbavature. Arriverà al traguardo con il miglior tempo di manche nonostante una pista ormai deteriorata, con 1”43 di vantaggio sulla svedese Hansdotter — il margine a metà gara era di 37/100 —, con più di due secondi e mezzo di vantaggio su tutte le altre. Ma soprattutto metterà un macigno di una tonnellata sopra la testa di Bernadette Schild, che nel frattempo ha preso il suo posto al via e ora frigge. Perché sotto di lei ci sono migliaia di austriaci che fanno un baccano infernale, perché al parterre c’è sua sorella Marlies, 35 slalom vinti in carriera. Perché lei invece non ne ha ancora vinto uno, e perché 37 centesimi di vantaggio sono tremendamente pochi di fronte a sua maestà.
VORACE E così va a finire come le altre cinque volte, con la migliore della seconda manche che affonda — la Schild sarà comunque seconda, ma col 18° tempo di manche — e con la Shiffrin che trionfa ancora, per la 41esima volta in carriera quando non ha ancora compiuto 23 anni, eguagliando così il primato di Annemarie MoserProell. «Ciò che è cambiato tra una manche e l’altra è stato il mio atteggiamento — ha spiegato la Shiffrin —. Ho osservato la prima manche di Bernadette, mi è sembrata davvero pulita e aggressiva, bella da vedere. Devo dire che il suo è stato proprio un bello spettacolo. Posso immaginare quanto nervosa fosse nella seconda manche. È dura sciare davanti alla propria gente». È la sera del nove gennaio e Mikaela ha già in tasca la Coppa del Mondo di specialità anche se con 780 punti in otto gare (!), perché con 400 punti ancora in palio (tre slalom e un City Event) solo la matematica dà una speranza alle varie Vlhova (445), Hansdotter (431) e Holdener (405). Quanto alla Coppa generale che già detiene, dopo 19 prove è a 1381. Potrebbe battere il record di Tina Maze (2414 nel 2012-13) e non è detto che alla fine non ci arrivi, anche se salterà l’imminente il weekend di Bad Kleinkirchheim per allenarsi in gigante in vista dei Giochi. Per lei questo è il 33° slalom vinto in carriera, il 7° di fila se si considerano anche i paralleli di Courchevel e di Oslo, il 58° podio in Coppa. Dal 19 dicembre a oggi ha vinto otto gare su nove. Compirà 23 anni il 13 marzo ed è olimpionica in carica e tre volte iridata, sempre in slalom.
CHIARA AVANZA «Verde!» grida Chiara Costazza al traguardo quando vede di essere in testa. In quel momento mancano altre 12 atlete. Recupererà 7 posizioni, dal 13° al 6° posto, per il miglior risultato stagionale. «Ci voleva — commenta la trentina, che con questo piazzamento rientra nel primo gruppo —, ultimamente in allenamento andavo forte ma non riuscivo a ripetermi in gara. Anche nella prima manche è andata così, ma durante la ricognizione della seconda mi sono dette che non potevo essere mediocre». Va peggio a Irene Curtoni, 6a dopo la prima manche ma poi troppo timorosa e alla fine 13esima. Manuela Moelgg si è fatta tradire da un dosso nella seconda manche, dopo aver chiuso la prima 24a, a 3”84 dalla Schild. L’altoatesina era uscita anche in entrambe le gare del weekend a Kranjska Gora. Fuori nella prima discesa l’esordiente Vivien Insam, non qualificata Martina Peterlini.