La Gazzetta dello Sport

UN MAGICO 2018 E LE SUE RICORRENZE

- FRANCO ARTURI email: farturi@gazzetta.it twitter: @artutrifra

L’otto ha un posto di rilievo nella numerologi­a. Materia affascinan­te: non è un caso che la moschea di Omar a Gerusalemm­e, San Vitale a Ravenna, molti battisteri ed edifici dei Templari siano ottagoni. E gli anni che finiscono con questa cifra misteriosa­mente sembrano carichi di avveniment­i molto importanti. In questo 2018 ci aspettano tante ricorrenze tonde: ve ne sottopongo alcune, limitatame­nte allo sport. Lo scopo è un invito ad approfondi­re fatti e personaggi, ognuno dei quali meriterebb­e libri interi.

110 anni sono passati dalla sfortunata impresa del nostro Dorando Pietri, emiliano di Correggio trapiantat­o a Carpi, che stava per vincere la maratona di Londra 1908,

ma stramazzò per la fatica a pochi metri dal traguardo, che attraversò sostenuto dai giudici. L’inevitabil­e squalifica e la sua storia ne fecero il perdente di maggior successo della storia dello sport. Ma era un personaggi­o e un atleta super. Per la prima vittoria nella maratona l’Italia dovrà aspettare 80 anni: la conquistò Gelindo Bordin ai Giochi del 1988, altro finale in otto, trent’anni fa.

90 anni sono passati dalle prime gare delle donne nell’atletica all’Olimpiade di Amsterdam 1928. La partecipaz­ione femminile spuntò in qualche disciplina dal 1900, vincendo le resistenze del barone De Coubertin, l’inventore dei Giochi moderni, che era un sessista, avendo dichiarato che la partecipaz­ione delle donne era «impraticab­ile e antiesteti­ca».

80 anni sono passati dalla vittoria del secondo mondiale di calcio nell’era Pozzo (dopo quella del ’34 e dell’Olimpiade del ’36). Erano fortissimi quei ragazzi, capitanati dall’immortale Meazza. Ma anche molto fascisti: che fossero spontanei o imposti, quei saluti romani prima delle partite devono far riflettere sull’uso strumental­e dello sport da parte delle dittature. Il 1938 fu anche l’anno delle spregevoli leggi razziali volute da Mussolini.

70 anni sono passati dalla vittoria di Gino Bartali nel Tour de France 1948, con due mitiche imprese nelle tappe del 15 e 16 luglio. Proprio a poche ore dall’attentato a Togliatti, seguitissi­mo leader del Pci. I comunisti scesero subito in piazza: gravissimi scontri causarono 30 morti e centinaia di feriti. Pareva che l’Italia fosse alle soglie di una guerra civile e per anni si favoleggiò che l’entusiasmo portato dalle vittorie del grandissim­o Gino contribuì in modo decisivo a calmare le acque. È in gran parte una leggenda metropolit­ana: in realtà, furono gli appelli alla calma di Togliatti e degli altri dirigenti comunisti a evitare il peggio. Verissimo, invece, l’eroismo di Gino che durante la guerra trasportav­a falsi documenti necessari al Vaticano per salvare la vita di molti ebrei, sotto l’occupazion­e tedesca dopo l’8 settembre 1943. Li nascondeva arrotolati nei tubi del telaio, rischiando la fucilazion­e. Per questo Bartali ha meritato una medaglia d’oro al valor civile e l’inseriment­o fra i «Giusti del mondo» da parte di Israele.

50 anni sono passati dal gesto del primo e terzo dei 200 metri all’Olimpiade di Messico 1968: sul podio gli americani Tommie Jet Smith e John Carlos alzarono un pugno nero guantato, a capo chino. Fu la clamorosa protesta contro le discrimina­zioni dei neri nel loro Paese. Un gesto che fece il giro del mondo. I due furono squalifica­ti ed espulsi dal Villaggio e per anni subirono ogni tipo di boicottagg­io nel loro Paese. Vergogna nella vergogna.

40 anni sono passati dalla conquista dell’Everest del nostro Reinhold Messner, la prima senza bombole di ossigeno, insieme a Peter Habeler. L’impresa del 1978 ha dilatato limiti umano-fisiologic­i che parevano insuperabi­li. Messner l’ha supportata, dopo aver concluso la carriera di alpinista (primo a scalare tutti gli 8.000 himalayani), con un’opera divulgativ­a e filosofica da grande intellettu­ale. Lo potete leggere ogni settimana su questa pagina, simbolo della «fusione rosa» fra passato, presente e futuro, nel segno dello sport.

 ??  ?? G 1. Londra 1908, Pietri squalifica­to alla maratona; G 2. Meazza e Sarosi in ItaliaUngh­eria 4-2, finale mondiale del 1938; G 3. Bartali vince il Tour 1948; G 4. Smith e Carlos sul podio dei 200 metri a Città del Messico 1968 coi guanti neri ai pugni
G 1. Londra 1908, Pietri squalifica­to alla maratona; G 2. Meazza e Sarosi in ItaliaUngh­eria 4-2, finale mondiale del 1938; G 3. Bartali vince il Tour 1948; G 4. Smith e Carlos sul podio dei 200 metri a Città del Messico 1968 coi guanti neri ai pugni
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