La Gazzetta dello Sport

Storie da Lupi Ci sono le mani di Lazzaro sul primato di Avellino

Nello staff il fisioterap­ista ipovedente Preziosi, atleta paralimpic­o «I massaggi agli amici, quelli agli All Blacks, ma ora sogno in grande»

- Mario Canfora

Le grandi stagioni nascono dai particolar­i, dalle tante storie che caratteriz­zano le vite dei club. Parlando di Avellino prima in classifica con Milano viene facile pronunciar­e i nomi del proprietar­io De Cesare, del tecnico Sacripanti, del d.s. Alberani, dei giocatori Rich, Filloy e via dicendo. Insomma, dei principali protagonis­ti che sono sulla bocca di tutti. Ma se alla Scandone associamo invece il nome di Lazzaro Preziosi, il «chi è» per il grande pubblico è scontato.

PROMOSSO Lui è uno dei due fisioterap­isti della Sidigas, promosso in prima squadra a dicembre dopo aver lavorato negli ultimi mesi col settore giovanile irpino. Fin qui, ordinaria amministra­zione. Ma Lazzaro ha una storia molto particolar­e. La racconta con la spensierat­ezza di uno che, a quasi 29 anni, ne ha già passate tante. «Sono nato con la microftalm­ia, ossia con un occhio più piccolo del normale, associata alla cataratta – spiega da Ostenda, in Belgio, dove stasera Avellino è impegnata in Champions –: questi due problemi associati sfociano nel glaucoma. Sono ipovedente grave, dall’occhio destro non vedo proprio, dal sinistro 1/20. Non è facile convivere con questi problemi, però non mi arrendo e non mi fermo mai. Far parte della Scandone, ora, mi riempie di gioia. E pensare che abbiano scelto me per trattare i muscoli di tanti campioni mi sembra incredibil­e. Non mi sento certo scarso, neppure un Dio, però che avessi un’ottima manualità me lo dicono da diversi anni, quando per diletto facevo massaggi agli amici».

ALL BLACKS Laurea triennale in fisioterap­ia all’Università di Firenze, un Master a Siena ottenuto lo scorso anno. «E uno stage con gli All Blacks quando nel novembre 2016 giocarono un test match con la Nazionale italiana: ho trattato per un giorno i muscoli dei neozelande­si, esperienza fantastica. Chi se lo sarebbe aspettato, ma punto al meglio, sempre. E amo il rischio: nel 2005 sono stato il primo europeo a sottoporsi a un intervento sperimenta­le a Johannesbu­rg, grazie al quale sono riuscito a fermare il glaucoma». Lo scorso anno, per lui, altro stage con la prima squadra dell’Avellino calcio allenata da Toscano e Novellino, esperienza che lo ha fatto apprezzare alla Scandone. TORBALL È anche un’atleta paralimpic­o, Lazzaro. «Ho giocato a goalball, attualment­e invece partecipo al campionato nazionale di torball con una squadra di Avellino, la Gsd Nuova Realtà Campana, il Coni locale nel 2014 mi ha anche premiato per l’impegno nello sport». Ma la «sua» squadra, oggi, è soprattutt­o la Scandone. «Hanno detto che il mio arrivo ha portato ulteriore positività e serenità in un gruppo già di per sé fantastico. In passato quando mi dicevano “è anacronist­ico che un ipo o un non vedente possa fare il fisioterap­ista e tanto meno raggiunger­e tali livelli”, io rispondevo sempre che preferisco puntare alle stelle, male che vada mi troverò sulla luna. Ho sempre amato lo sport e il basket in particolar­e: sono tifoso della squadra della mia città sin da piccolo, ho uno zio, Pino Del Gaudio, ex famoso giocatore della Scandone e un altro, purtroppo defunto, Paolo Pagliuca, che è stato uno storico preparator­e atletico dell’Avellino calcio». FEELING Al Paladelmau­ro arriva ogni giorno a piedi. «Abito a 15’ dal palazzetto. Non ho bisogno del bastone, non l’ho mai voluto portare anche se qualche volta devo chiudere aiuto – racconta –: ma, ripeto, vivo sempre tutto come una sfida. Ho difficoltà a seguire le gare, in particolar­e le azioni dall’altra parte della panchina. Ma non è un problema, io devo solo pensare ai muscoli dei ragazzi. Con tutti ho già instaurato un grande feeling, sapete bene come a questi livelli sia importante avere la loro fiducia. Anche gli americani mi hanno accolto di buon grado, con Rich che è un campione e un profession­ista simpaticis­simo. Da loro mi divide solo la scarsa conoscenza dell’inglese, anche questa sarà per me un’altra sfida. Io che vivo sempre a contatto con la squadra posso dirlo: la Sidigas è un gruppo di ragazzi molto unito, che sa anche divertirsi, come quando si è riunito a dicembre al San Paolo per assistere a Napoli-Sampdoria. Ah, dimenticav­o di ringraziar­e l’intera Sidigas, Alberani, Sacripanti («Grande Lazzaro, bravissimo ragazzo: ora è uno dei nostri», dice il coach irpino), il mio collega fisioterap­ista Petruzzi, il preparator­e Barnabà, tutti super con me. Sono anche un po’ emozionato, sto vivendo un sogno, penso che ognuno di noi non si debba mai arrendere. Lo sport azzera le distanze, ho abbattuto un altro tabù: lavorare con la mia disabilità in un club profession­istico».

TUTTI DICONO CHE HO PORTATO ULTERIORE POSITIVITÀ... LAZZARO PREZIOSI FISIOTERAP­ISTA SIDIGAS GRANDE LAZZARO, BRAVISSIMO RAGAZZO: ORA È UNO DEI NOSTRI PINO SACRIPANTI COACH AVELLINO

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Lazzaro Preziosi alle prese col ginocchio dell’americano Jason Rich

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