Asse tra politici e ‘ndrangheta: 169 agli arresti
Un’indagine che svela una inquietante collaborazione tra le cosche della ’ndrangheta e la politica. E che ha portato i carabinieri a effettuare 169 arresti, in diverse regioni. Perché gli affari in comune erano di vario tipo. Dall’accoglienza ai migranti alla fornitura di vino e preparati per la pizza a ristoranti in Germania; dal taglio di alberi al turismo; dalla vendita del pescato dei porti di Cirò Marina e Cariati (Cosenza) alla raccolta e riciclo di materie plastiche e rifiuti solidi urbani. Niente sfuggiva alla mire fameliche della cosca Farao-Marincola di Cirò Marina che andava a braccetto con la politica e si avvaleva di imprenditori compiacenti se non collusi. È lo spaccato emerso dall’operazione Stige, che ha fatto scattare le manette tra Calabria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Germania. Ed in carcere sono finiti anche tre sindaci, uno dei quali, quello di Cirò Marina, Nicodemo Parrilla, è anche presidente della provincia di Crotone. Un ruolo, quello dei rappresentanti di istituzioni locali, che l’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, e condotta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Crotone, delinea un quadro diverso dal passato: non più politici che vanno a chiedere il voto alle cosche in cambio di favori, ma veri e propri uomini delle ‘ndrine fatti eleggere per tutelare gli interessi economici dell’organizzazione.