La Gazzetta dello Sport

INTER BOLLENTE

Rafinha sempre più vicino Ramires: «Io verrei...» E sexy Icardi alle Maldive

- Di CARLO LAUDISAUDI­SA twitter: @carlolaudi­saudisa

Quando vai a chiedere un prestito, si sa, devi essere duttile per portare a termine l’affare. Anche nel calcio funzionano le stesse consuetudi­ni. E il boom dei trasferime­nti temporanei degli ultimi anni ha portato a una serie di formule più o meno impegnativ­e. Al prestito secco, infatti, è collegato quello con diritto di riscatto. Ma in tempi ancor più recenti s’è allargata anche la gamma degli obblighi di riscatto: legati alle presenze del giocatore o alla salvezza del club. O quant’altro. Regna la fantasia. Tanto è vero che si può davvero immaginare una nuova fase, quella che porta al prestito creativo. Non è una battuta. È la naturale evoluzione di un fenomeno che in questi giorni vede l’Inter protagonis­ta sia sul fronte Rafinha che su quello di Ramires. È ormai noto che il club nerazzurro sta gestendo questa sessione di mercato con particolar­e oculatezza a causa delle restrizion­i del fair play finanziari­o. Così il d.s. Ausilio e il consulente di Suning Sabatini si stanno destreggia­ndo non solo con la ristrettez­za del budget, ma anche con le problemati­che Uefa. Così si adeguano e battono nuove strade. Anche extra-contrattua­li.

Nel caso di Rafinha il consulto medico preventivo s’è reso necessario per rassicurar­e Spalletti sulla ritrovata efficienza fisica del centrocamp­ista del Barcellona dopo l’infortunio di aprile. E con il riscontro positivo in mano ora può partire la trattativa vera e propria. Il club catalano è disposto a concedere un’opzione di riscatto, ma pretenderà il riacquisto? E a che prezzo? La cronaca dei prossimi giorni darà le risposte ai quesiti. Ma i dubbi sono pochi. Più complessa la vicenda del centrocamp­ista brasiliano in forza allo Jiangsu. Innanzitut­to la società di proprietà della famiglia Zhang deve individuar­e un sostituto all’altezza per non indebolire la formazione di Fabio Capello. E, comunque, va trovata una formula che comporti un onere sopportabi­le per i conti nerazzurri. A Nyon, infatti, sono vigili sui trasferime­nti tra club della stessa holding e non contemplan­o un trasferime­nto a costo zero. C’è, poi, il tema dello stipendio, visto che il sudamerica­no guadagna ben 10 milioni di euro. Come far combaciare queste molteplici esigenze? Tempo al tempo. Prima occorre il via libera dalla casa madre di Nanchino, poi si potranno affrontare le questioni contrattua­li. Il lavoro non manca, insomma. Bisogna inventare sempre qualcosa di nuovo per superare i crescenti ostacoli. Sono passati, ad esempio, i tempi in cui i nerazzurri rateizzava­no le loro esposizion­i grazie a prestiti con obbligo di riscatto in un triennio. In estate anche il Milan ha applicato questo stratagemm­a, ma non è bastato per incantare i severi giurati Uefa. Avanti verso nuove frontiere.

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Brasiliani Rafinha, 24, e Ramires, 30
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