La Lega di A ha scelto Un candidato forte o il patto con Sibilia
●Domani incontri con tutte le componenti e altra assemblea Se non si trova il nome, possibile convergenza sul leader Lnd
In una contesa federale che sembra la fotocopia delle elezioni politiche alle porte, con tre blocchi di minoranza, il 12% della Serie A può rivelarsi l’ago della bilancia. Almeno è questa la speranza della Lega maggiore che ieri, in assemblea, ha definito la sua strategia in vista delle urne del 29 gennaio: trovare una propria candidatura forte o stringere un’alleanza con un’altra componente, in ogni caso recitare un ruolo da protagonista. Al momento un nome forte non c’è – ieri sono evaporate le suggestioni interne Cairo e Marotta (che hanno declinato per incompatibilità) e Lotito – e, allora, prende sempre più quota un patto con il bacino elettorale più consistente, quel 34% rappresentato dai Dilettanti. Ufficialmente i club di A non hanno ancora manifestato preferenze, tant’è che domani a Milano incontreranno tutte le componenti federali (che avevano previsto di riunirsi oggi a Firenze) a partire dalle 11.30, facendosi rappresentare da una commissione con Urbano Cairo, Marco Fassone, Claudio Lotito, Beppe Marotta e dal commissario Carlo Tavecchio. Verranno esposte le proposte della Lega, intenzionata a contare di più nella vita della Figc, e dall’esito di queste consultazioni dipenderà la designazione del candidato della Serie A, che si pronuncerà nell’assemblea convocata per la stessa giornata di domani (ore 16.30).
TRATTATIVE La scadenza per presentare le candidature è domenica. Per ora si è pubblicamente candidato Damiano Tommasi, presidente dell’Aic (ma non ha ancora depositato la sua candidatura), domani la Lega Pro candiderà Gabriele Gravina, mentre i Dilettanti si riuniscono sabato. Cosimo Sibilia ha aperto un canale di dialogo con la Lega di A: è lui, con il suo consistente pacchetto di voti, il primo interlocutore. Le società fanno fatica a digerire l’idea che il capo del sindacato dei calciatori possa sedere al governo del pallone: un matrimonio tra Tommasi e la A, quindi, è da scartare. Lo stesso Tommasi, ieri, ha risposto così a chi gli suggeriva il nome di Billy Costacurta: «Se si trovasse un nome unitario, esterno all’attuale Consiglio federale, sarei il primo a convergere. Se si trattasse di un ex calciatore, sarebbe quello che ci vuole». Complicata sarebbe pure un’alleanza tra la A e la Lega Pro, visto che pesa il 17% e la maggioranza resterebbe molto lontana. Peraltro Gravina arriverà a sedersi con la Lega maggiore solo dopo aver presenziato all’assemblea della sua componente. Resta, dun- que, Sibilia. Che non a caso, al termine della riunione di ieri della Serie A, ha subito applaudito: «La volontà di confronto della Lega di A trova la piena condivisione della Lnd. In un momento cruciale per il futuro del calcio italiano, ritengo sia doveroso confrontarsi innanzitutto con chi nel sistema immette le risorse maggiori. Auspico che con la Serie A si possa trovare una sintesi dei programmi da attuare per il rilancio di tutto il movimento».
CONDIZIONI Ecco, il nodo è proprio questo. Sebbene diversi club rimangano freddini su Sibilia, ritenuto un traghettatore in continuità con la precedente gestione, alle urne anche i patron di A più refrattari potrebbero convincersi. Ma in presenza di condizioni precise. Se la Lega non riuscisse a trovare un proprio candidato, vorrebbe comunque esercitare un ruolo- chiave nel prossimo governo federale, che vada oltre la vicepresidenza vicaria, destinata alla A (Lotito scalpita). Le richieste sono precise: portare il peso elettorale della A dal 12 al 20% e aumentare il numero dei consiglieri (oggi 3), avere una sorta di diritto di veto sulle materie che riguardano il massimo campionato, varare le seconde squadre, far partecipare la A alla gestione del Club Italia, modificare gli accordi collettivi introducendo la riduzione automatica degli stipendi in caso di retrocessione, adottare meccanismi virtuosi in tema di investimento su vivai e infrastrutture, eccetera. Sibilia sarà in grado di farsi carico di tutti questi desiderata? La partita non è chiusa. La Lega, ieri uscita compatta, potrebbe spaccarsi e procedere in ordine sparso alle elezioni, se non avesse le adeguate garanzie.