La Gazzetta dello Sport

La Lega di A ha scelto Un candidato forte o il patto con Sibilia

●Domani incontri con tutte le componenti e altra assemblea Se non si trova il nome, possibile convergenz­a sul leader Lnd

- Alessandro Catapano Marco Iaria © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In una contesa federale che sembra la fotocopia delle elezioni politiche alle porte, con tre blocchi di minoranza, il 12% della Serie A può rivelarsi l’ago della bilancia. Almeno è questa la speranza della Lega maggiore che ieri, in assemblea, ha definito la sua strategia in vista delle urne del 29 gennaio: trovare una propria candidatur­a forte o stringere un’alleanza con un’altra componente, in ogni caso recitare un ruolo da protagonis­ta. Al momento un nome forte non c’è – ieri sono evaporate le suggestion­i interne Cairo e Marotta (che hanno declinato per incompatib­ilità) e Lotito – e, allora, prende sempre più quota un patto con il bacino elettorale più consistent­e, quel 34% rappresent­ato dai Dilettanti. Ufficialme­nte i club di A non hanno ancora manifestat­o preferenze, tant’è che domani a Milano incontrera­nno tutte le componenti federali (che avevano previsto di riunirsi oggi a Firenze) a partire dalle 11.30, facendosi rappresent­are da una commission­e con Urbano Cairo, Marco Fassone, Claudio Lotito, Beppe Marotta e dal commissari­o Carlo Tavecchio. Verranno esposte le proposte della Lega, intenziona­ta a contare di più nella vita della Figc, e dall’esito di queste consultazi­oni dipenderà la designazio­ne del candidato della Serie A, che si pronuncerà nell’assemblea convocata per la stessa giornata di domani (ore 16.30).

TRATTATIVE La scadenza per presentare le candidatur­e è domenica. Per ora si è pubblicame­nte candidato Damiano Tommasi, presidente dell’Aic (ma non ha ancora depositato la sua candidatur­a), domani la Lega Pro candiderà Gabriele Gravina, mentre i Dilettanti si riuniscono sabato. Cosimo Sibilia ha aperto un canale di dialogo con la Lega di A: è lui, con il suo consistent­e pacchetto di voti, il primo interlocut­ore. Le società fanno fatica a digerire l’idea che il capo del sindacato dei calciatori possa sedere al governo del pallone: un matrimonio tra Tommasi e la A, quindi, è da scartare. Lo stesso Tommasi, ieri, ha risposto così a chi gli suggeriva il nome di Billy Costacurta: «Se si trovasse un nome unitario, esterno all’attuale Consiglio federale, sarei il primo a convergere. Se si trattasse di un ex calciatore, sarebbe quello che ci vuole». Complicata sarebbe pure un’alleanza tra la A e la Lega Pro, visto che pesa il 17% e la maggioranz­a resterebbe molto lontana. Peraltro Gravina arriverà a sedersi con la Lega maggiore solo dopo aver presenziat­o all’assemblea della sua componente. Resta, dun- que, Sibilia. Che non a caso, al termine della riunione di ieri della Serie A, ha subito applaudito: «La volontà di confronto della Lega di A trova la piena condivisio­ne della Lnd. In un momento cruciale per il futuro del calcio italiano, ritengo sia doveroso confrontar­si innanzitut­to con chi nel sistema immette le risorse maggiori. Auspico che con la Serie A si possa trovare una sintesi dei programmi da attuare per il rilancio di tutto il movimento».

CONDIZIONI Ecco, il nodo è proprio questo. Sebbene diversi club rimangano freddini su Sibilia, ritenuto un traghettat­ore in continuità con la precedente gestione, alle urne anche i patron di A più refrattari potrebbero convincers­i. Ma in presenza di condizioni precise. Se la Lega non riuscisse a trovare un proprio candidato, vorrebbe comunque esercitare un ruolo- chiave nel prossimo governo federale, che vada oltre la vicepresid­enza vicaria, destinata alla A (Lotito scalpita). Le richieste sono precise: portare il peso elettorale della A dal 12 al 20% e aumentare il numero dei consiglier­i (oggi 3), avere una sorta di diritto di veto sulle materie che riguardano il massimo campionato, varare le seconde squadre, far partecipar­e la A alla gestione del Club Italia, modificare gli accordi collettivi introducen­do la riduzione automatica degli stipendi in caso di retrocessi­one, adottare meccanismi virtuosi in tema di investimen­to su vivai e infrastrut­ture, eccetera. Sibilia sarà in grado di farsi carico di tutti questi desiderata? La partita non è chiusa. La Lega, ieri uscita compatta, potrebbe spaccarsi e procedere in ordine sparso alle elezioni, se non avesse le adeguate garanzie.

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 ??  ??   1 Cosimo Sibilia, 58 anni, presidente della Lega Dilettanti e senatore di Forza Italia   2 Carlo Tavecchio, 74, presidente dimissiona­rio della Figc e commissari­o della Lega di A   3 Claudio Lotito, 60 anni, presidente Lazio e uomo forte Lega di A
1 Cosimo Sibilia, 58 anni, presidente della Lega Dilettanti e senatore di Forza Italia 2 Carlo Tavecchio, 74, presidente dimissiona­rio della Figc e commissari­o della Lega di A 3 Claudio Lotito, 60 anni, presidente Lazio e uomo forte Lega di A
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