Rizzoli e Rosetti spiegano la Var ai tecnici di A
●Lunedì a Milano master class sull’utilizzo della tecnologia dopo le ultime polemiche. E intanto Blatter: «Non si usi al Mondiale»
La Var spiegata agli allenatori. Era già nei programmi d’inizio stagione, ma dopo le ultime polemiche l’appuntamento non solo si è reso necessario, ma assume una valenza primaria. Il prossimo lunedì a Milano nella sede della Lega calcio (ore 11) ci sarà un incontro tra i vertici arbitrali e i 20 tecnici della Serie A. Al cen- tro della riunione (a porte chiuse) l’utilizzo della tecnologia, le varie sfumature, le barriere alzate dal protocollo e l’esame degli episodi più controversi della stagione. A fare gli onori di casa ci saranno Nicola Rizzoli (designatore della Can A), Roberto Rosetti (responsabile del progetto italiano della Var) e Marcello Nicchi (presidente dell’Aia).
TUTTI PRESENTI? Insomma, il tema è d’attualità visto che nelle ultime settimane non sono mancate le discussioni accese sulla Var. E proprio diversi allenatori (da Simone Inzaghi a Walter Zenga) avevano in qualche modo sollecitato un confronto con Rizzoli e company per capire meglio la tecnologia, sperimentata in A dallo scorso agosto. E c’è proprio questo spirito nelle intenzioni dei capi degli arbitri che hanno indetto una sorta di master class. Adesso sarebbe importante una adesione totale all’invito a differenza di quanto è accaduto in passato con riunioni snobbate dagli allenatori e presenziate nel migliore dei casi dai vice. Proprio Zenga alla Gazzetta aveva detto: «Incontri simili li renderei obbligatori » . Ecco, senza arrivare a questa forzatura, se ci fossero diverse assenze non sarebbe un bel segnale.
BLATTER A proposito di Var, torna a farsi sentire Joseph Blatter. Intervistato dalla «Sport Bild», l’ex presidente Fifa boccia l’idea del suo successore, Gianni Infantino, di adottarla già in Russia. «Non si può usare il Mondiale come cavia per un intervento così importante sul gioco – spiega Blatter –. Sarebbe sbagliato usare la Var in Russia, è troppo presto e di Paese in Paese viene ancora utilizzata in modo diverso».