La Gazzetta dello Sport

La Moto2 by Triumph? L’abbiamo già provata

●A Calafat il tester Gazzetta ha «assaggiato» il motore del 2019. È da sgrezzare ma...

- Stefano Cordara

La strada verso il nuovo campionato Moto2 è ormai tracciata e Triumph, che dal 2019 sarà fornitore unico del motore per tutte le moto di questo campionato, è lanciata nello sviluppo di un tre cilindri in configuraz­ione racing. Piaccia o no, la formula voluta da Dorna per questo campionato (monomotore derivato dalla serie uguale per tutti, telaio libero) ha avuto successo. La griglia è piena, i costi sono accettabil­i e lo spettacolo non manca con gare davvero combattute. Quindi perché non continuare? Tramontata l’era Honda, Dorna ha trovato nella Casa di Hinckley un nuovo partner ideale. Ideale perché non correndo in nessun campionato e quindi non essendo in diretta concorrenz­a con nessuno, il motore inglese potrebbe piacere anche a chi ( i grandi marchi) non aveva mai preso in consideraz­ione l’idea di correre in Moto2. La base di partenza è il tre cilindri da 765 cmc che equipaggia la naked stradale Street Triple. Base ottima perché i «triple» inglesi uniscono doti di coppia e spinta ai bassi con potenze elevate e regimi di rotazione degni di una moto da corsa.

LA PROVA Il lavoro attorno a questo motore non è ancora terminato, ma Triumph, a sorpresa, ci ha messo a disposizio­ne per un test esclusivo un prototipo di sviluppo. Tecnicamen­te il tre cilindri con specifiche Moto2 non è lontano anni luce da quello di serie, tuttavia le modifiche sono importanti. Cambiano la testa (condotti), gli alberi a camme, molle e valvole. Modificato anche il cambio con una prima più lunga e più adatta a una moto da corsa, la frizione adotta un sistema antisaltel­lamento regolabile. Cambia anche tutta l’elettronic­a (sviluppata con Magneti Marelli), paradossal­mente più semplice rispetto a quella della moto di serie. Il cambio elettronic­o ad esempio funziona solo salendo di rapporto, mentre sulla Street Triple RS è disponibil­e anche la funzionali­tà in scalata. Non c’è controllo di trazione. Non c’è molto di più ma, credete, è già abbastanza per cambiare il carattere del motore e far salire i dati di potenza e coppia a 135 Cv e 80 Nm. Numeri superiori a quelli delle Moto2 attuali che dovrebbero garantire prestazion­i migliori. La moto sviluppo concessa per la prova è una Daytona (modello sportivo di Triumph uscito di produzione) con sospension­i evolute, cerchi e pneumatici Moto2 e il motore «speciale». Trattandos­i di un prototipo non sono molti i giri che ci vengono concessi sul tortuoso tracciato di Calafat, ma tre sessioni sono sufficient­i per capire che il carattere del Triple in configuraz­ione Moto2 non è distante da quello, eccellente, del motore stradale. Da 8.000 giri la spinta è decisa, oltre i 10.500 diventa aggressiva e l’allungo si protrae fino a quasi 14.000 giri con un urlo allo scarico esaltante. La risposta alle aperture del gas è veramente «secca» e il motore appare così a punto di elettronic­a che potrebbe correre già domani. «Meccanicam­ente siamo già a posto » , ha affermato Stuard Wood, Project Manager Triumph: il lavoro, però, per la Casa non è ancora terminato.

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1 1. Il motore Triumph tre cilindri 765 cmc che equipaggia la Street Triple, base di partenza per il propulsore della Moto2 dal 2019; 2. Il nostro tester durante il test; 3. Un particolar­e del manubrio
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