Orgoglio della Rai E Malagò promette «una bella figura»
●Previste 110 ore di tv pubblica, 129 azzurri. Il presidente Coni: «Abbiamo lavorato bene»
Quasi un’ora olimpica a testa. I 129 azzurri di PyeongChang saranno raccontati in 110 ore dalla Rai, che torna alle Olimpiadi invernali dopo l’assenza di quattro anni fa a Sochi. «Sarà una grande finestra sul mondo, sugli sport del ghiaccio e della neve: il servizio pubblico c’è e questo è un motivo di grande orgoglio», dice Mario Orfeo, direttore generale. E Giovanni Malagò applaude il ritorno: «Le Olimpiadi sono una cosa se c’è la Rai, un’altra cosa se non c’è».
NOTTE E GIORNO Si parla naturalmente della programmazione divisa fra Rai 2 e Rai Sport, del live e delle repliche per chi non ce la farà a stare sveglio di notte. Del magazine di Rai 2 in onda ogni giorno dal 9 febbraio (giorno dell’apertura) alle 18.50. Dei quattro inviati in Sud Corea e dei telecronisti che commenteranno le gare dall’Italia. Delle opinioni d’autore delle «seconde voci» mobilitate per l’occasione, da Max Blardone, Paolo De Chiesa e Daniela Ceccarelli (sci alpino) a Francesco Anesi (short track e pattinaggio di velocità), da Fabrizio Pedrazzini (pattinaggio di figura) a Marco Navarra (snowboard).
NUMERI E SOGNI Ma la copertina nel salone d’onore del Coni, dov’era presente anche la presidente della Rai Monica Maggioni, se la prende l’atmosfera, riassumibile in una parola: ottimismo. Malagò fa capire che le aspettative azzurre sono importanti: «Abbiamo lavorato veramente bene. Faremo una bellissima figura». Per poi sbilanciarsi ancora di più fuori dal protocollo: «Nel 35 per cento delle gare alle quali partecipiamo abbiamo possibilità di medaglia». Carlo Mornati, il capo spedizione, numero 1 della preparazione olimpica, preferisce però la prudenza con il realismo suggerito dai precedenti: «Solo in cinque occasioni siamo andati in doppia cifra nel medagliere. In media le presenze del podio sono state cinque per edizioni dei Giochi». Come dire: è da qui che ci dobbiamo confrontare e «Lillehammer 1994 - dove vincemmo 20 medaglie e finimmo al quarto posto - è solo un sogno». Meglio ricordarci che da Sochi ne portammo a casa otto (poi diventate nove grazie al bronzo di Karin Oberhofer nel biathlon per la squalifica della Vilukhina), senza ori. «Perché non c’era la Rai», scherza Orfeo. «Magari facciamo in tempo a vincerne uno in ritardo», dice con una battuta Malagò, con riferimento alla riscrittura delle classifiche per doping.
EUROSPORT Quanto all’offerta tv, il ritorno sulla Rai è stato reso possibile dall’accordo con Discovery Communications, apripista di quanto potrebbe succedere anche per i Giochi estivi di Tokyo del 2020. Al fianco delle trasmissioni «in chiaro» della Rai, ci sarà il palinsesto di Eurosport, in particolare su Eurosport Player, che proporrà la possibilità di una fruizione «personalizzata» dello spettacolo, online, su mobile, tablet o tv connesse per 4000 ore di copertura e 900 ore di live action. Può cominciare il conto alla rovescia.