La nuova Giorgi non si ferma più: Kvitova k.o.
●Più serena e controllata, è nei quarti: e non c’è più un muro con la Fit
E’sempre e semplicemente una questione di prospettiva. E dunque, la questione con lei ha due facce: ci si può stupire se Camila Giorgi, da numero 100 del mondo, batte una dopo l’altra due vincitrici Slam, oppure lo stupore dovrebbe accompagnare la considerazione che a una con il suo talento un’impresa del genere dovrebbe riuscire più spesso?
NUOVO CORSO La marchigiana con sangue argentino continuerà a dividere le opinioni da qui alla fine dei suoi giorni agonistici, ma intanto godiamoci questo avvio di settimana folgorante: prima la Stephens, regina dell’ultimo Us Open, e poi la Kvitova, monumento un po’ decaduto dopo la tragica vicenda dell’accoltellamento di un anno fa ma pur sempre vincitrice di due Wimbledon e signora dei campi veloci. E già avanzano le voci sommesse dei critici: l’americana dopo l’exploit di New York non ha praticamente più vinto una partita e si è pure infortunata, la ceca difficilmente recupererà la sensibilità di prima e fisicamente ha una condizione rivedibile. Vero. Ma la prospettiva, per una volta, suggerisce di guardare al nuovo corso di Camila, piuttosto che ai guai delle altre. Perché la Giorgi del cemento di Sydney è una giocatrice più controllata, che ragiona di più e si lascia meno coin- volgere dai consueti cali di tensione: succede solo nel decimo game del primo set, quando pasticcia e non sfrutta tre set point sul servizio di Petra. Ma da lì in poi è solo un panegirico delle enormi qualità che le si riconoscono, cioè la capacità di giocare meglio sotto pressione (set point contro annullato sul 6-5 del tie break) e di alzare il livello più è forte l’avversaria.
RIAVVICINAMENTO? Il secondo set non avrà storia, anche perché Camila, rientrata la settimana scorsa a Shenzhen dopo l’ultima partita giocata a Wimbledon, è in condizioni atletiche smaglianti e con la schiena finalmente a giudizio. Uno degli effetti benefici delle scelte radicali del 2017, con l’ingaggio di un f i s i oterapista personale e la tranquillità tecnica trovata al circolo Professione Tennis di Calenzano (Firenze), dove le hanno già dedicato il campo Centrale sottraendolo a Chris Evert. Stamattina alle 9 italiane (diretta su Supertennis), la attende un altro delicato esame con la Radwanska, scesa al numero 28 ma sulla via delle resurrezione dopo un anno di spine. Sullo sfondo, le parole di papà Sergio in un’intervista di giugno («Prima o dopo vincerà di sicuro uno Slam») e il riavvicinamento con la Federazione dopo il caso Fed Cup (squalifica e multa) grazie alla diplomazia gentile della capitana Garbin. Perché Camila, a 26 anni, resta un diamante grezzo. Da qualunque prospettiva la si guardi.